La vecchia matita che sopravvive all’era digitale

A forma di cono, con un’impugnatura che asseconda il movimento della mano. Piu’ sottile di quella che conosciamo oggi. Multifunzionale, con un microchip che ne arricchisca le funzioni. Personalizzata in base all’eta’ di chi la usa. Oggetto ecofriendly e con una mina che non sporca. Restera’ pur sempre una matita, legno e grafite nel Dna. […]

A forma di cono, con un’impugnatura che asseconda il movimento della mano. Piu’ sottile di quella che conosciamo oggi. Multifunzionale, con un microchip che ne arricchisca le funzioni. Personalizzata in base all’eta’ di chi la usa. Oggetto ecofriendly e con una mina che non sporca. Restera’ pur sempre una matita, legno e grafite nel Dna. Con diversi secoli di storia e buona pace di chi piu’ volte ne ha annunciato la scomparsa, sostituita da computer e pennini digitali. Consacrata “evergreen”, come la ruota, economica, popolare nelle scuole dei Paesi in via di sviluppo come nelle nostre classi. Dal XVI secolo ha cambiato forme, arricchito la sua gamma, e’ diventata sofisticata e di lusso, incorporato gomma e temperino, ma se piace ancora lo deve alla semplicita’.

Nel mondo ogni anno se ne fabbricano tra i 15 e i 20 miliardi. Quasi due miliardi ne produce la Faber-Castell, casa madre vicino Norimberga: le sue vendite sono cresciute del 6 per cento, l’anno scorso. “Sembra uno strumento insostituibile, quello che rappresenta al meglio l’idea quando viene in mente”: cosi’ ne spiega il successo Danilo Claudio Pecori, ad di Faber-Castell Italia. Scarabocchiare, disegnare, prendere appunti: le funzioni non sono cambiate, in una storia segnata dalle innovazioni – prima rotonda, poi esagonale, triangolare e con gli anti-scivolo – che e’ un concentrato di aneddoti. Ha piu’ di 100 anni la Castell 9000, usata da Fellini e Gunther Grass come da Carlo Ramboldi per lo schizzo di E. T.

Il futuro della matita si muove nel campo del perfettibile. “Potrebbe sperimentare una delle innovazioni introdotte per alcuni colori a cera: una forma conica che guida l’apprendimento nella prima infanzia”, ipotizza Pecori. I bambini restano un target di riferimento: in Italia le vendite di matite sono l’11,9% del totale dei prodotti di scrittura, la meta’ destinate alle scuole. “Sono affascinati dalla rapidita’ con cui se ne acquisisce il modo d’uso. Non prevede mediazioni tra idea e realizzazione: il foglio bianco dell’iPad dove si disegna col dito non da’ la stessa liberta’ espressiva”, dice il pedagogo Benedetto Vertecchi. Nel 2009 dalle ricerche dei neuropsichiatri e pedagogisti della Stabilo e’ nata la StabiloEasyergonomics, dedicata ai bambini tra i 5 e i 12 anni, per destrorsi e mancini. L’azienda ora punta a un prodotto personalizzato: “Come per la telefonia la matita sara’ un oggetto disegnato secondo gusti e uso di ciascuno, pensata in base all’eta’”, anticipa Magda Borsani, marketing manager di Stabilo Italia. “Ha successo perche’ e’ rimasta attuale: la sua liberta’ espressiva si sposa bene con le esigenze del consumatore contemporaneo – commenta il sociologo Vanni Codeluppi – In futuro potra’ essere integrata con l’elettronica”.

Circa 3 miliardi di matite l’anno escono dagli stabilimenti del gruppo Fila, acronimo di Fabbrica Italiana Lapis e Affini, lo storico marchio presente dagli anni ’20 del secolo scorso nelle scuole. un omaggio alle forme classiche (esagonale e circolare), “l’uni’ta”, disegnata dall’architetto Marco Zito (che ha vinto il concorso indetto da Fila e il Comitato Italia 150 per creare una matita per i 150 anni dell’Unita’ d’Italia), e distribuita da febbraio. “La forza della matita e’ che e’ rimasta lo strumento piu’ accessibile che c’e’: questa natura deve restare inalterata”, chiarisce Orietta Casazza, marketing manager per l’Italia, spiegando che quella del futuro c’e’ gia’: un prodotto che non erode risorse, totalmente green. Dopo tante forme, aggiunge, “si potrebbe lavorare sulla grafite, per crearne una che non sporca”.

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