Credito al consumo, torna il vizio di fare troppi debiti. Per esempio in Inghilterra….

Un quarto delle famiglie britanniche già non è più in grado di saldare i conti della carta di credito a fine mese. E un consumatore ogni 53 secondi si rivolge a una società specializzata per risolvere i suoi problemi finanziari. Il crack della Grande Crisi non ha insegnato nulla?

credito al consumo

CREDITO AL CONSUMO –

Il vizio di fare debiti. Per consumare, consumare, consumare: e così fingere di essere. Il vero allarme che arriva da Londra non è la Brexit, in qualche modo e con i tempi di un negoziato questa pratica si sistemerà: no, quello che davvero spaventa è il nuovo boom dei crediti al consumo. Debiti per fare acquisti spesso compulsivi e inutili. Debiti sui quali soffiano banche e società finanziare, sempre pronte a fare i loro, legittimi, affari. Debiti che gli inglesi non sono più in grado di ripagare.

Pensate: secondo l’Istat inglese un quarto delle famiglie britanniche ha già accumulato debiti sulle carte di credito, tipico strumento dei consumi e del credito al consumo, che non riesce a saldare a fine mese. L’esposizione media, per almeno la metà di questi consumatori super indebitati e ormai prossimi all’insolvenza, è di ben 1.700 sterline al mese. Uno stipendio, e anche di più. Soltanto nell’ultimo anno, in Inghilterra una persona ogni 53 secondi ha contatto società specializzate per avere un aiuto sull’indebitamento diventato non più sostenibile.

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DEBITI PER FARE ACQUISTI –

Ciò che più fa impressione di questo film è di averlo già visto e non secoli fa. Ma appena una decina di anni fa, all’alba della Grande Crisi, quando i consumatori spreconi americani e inglesi, secondo lo stile anglosassone, si sono ritrovati falliti, non più in condizione di pagare i conti con le banche e con le carte di credito, e sono stati costretti non solo a restituire i prodotti acquistati a debito, ma perfino a dormire in macchina. Senza più la casa.

L’allarme inglese è talmente alto che la Banca d’Inghilterra ha comunicato, come fattore di instabilità del Paese e non solo dei cittadini che hanno moltiplicato la loro esposizione finanziaria, il fatto che 3,3 milioni di cittadini britannici pagano più di interessi e spese della stessa quota capitale. Vivono, o sopravvivono, in una condizione di eterno indebitamento. Sul filo del rasoio, sul filo del crack. E la stessa Banca d’Inghilterra ha chiesto alle società che emettono le carte di credito di congelare, per il momento, i prestiti, per evitare che ci sia un effetto avvitamento tra crediti concessi e debiti non pagati.

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BOOM CREDITO AL CONSUMO –

Che dire? Una volta tanto possiamo rincuoraci pensando all’idea che in Italia, se non altro per il fatto che da noi la Grande Crisi non è certo eclissata, abbiamo meno problemi degli inglesi e in generale degli anglosassoni. Ma in ogni caso, non sarà una Banca centrale, un governo, un’autorità pubblica, a contenere il vizio di fare debiti, e la possibilità che, prima o poi, la bolla esploda. Gli unici che possono farlo sono gli stessi consumatori, modificando i loro stili di vita: senza diventare francescani e non rinunciando agli acquisti. Ma semplicemente non sprecando soldi, benessere e serenità, rincorrendo manie compulsive e pericolose. Con la benzina incendiaria del debito facile.

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