La caffeina inibisce i tumori della pelle

Creme solari a base di caffeina e il profumo della bevanda più amata dagli italiani potrebbe presto divenire caratteristica delle vacanze al mare. Fino ad arrivare a distinguere creme più concentrate, tipo Espresso, o più diluite, tipo caffè all’americana. E chissà che non compaia anche il tipo cappuccino. A parte le ipotetiche soluzioni commerciali, il […]

Creme solari a base di caffeina e il profumo della bevanda più amata dagli italiani potrebbe presto divenire caratteristica delle vacanze al mare. Fino ad arrivare a distinguere creme più concentrate, tipo Espresso, o più diluite, tipo caffè all’americana. E chissà che non compaia anche il tipo cappuccino. A parte le ipotetiche soluzioni commerciali, il lavoro scientifico che apre questa importante prospettiva salva-pelle ha per ora dimostrato che nei topi la caffeina protegge dai danni del sole e a prevenire quindi il tumore alla pelle. Lo studio, che il caso ha voluto pubblicato il giorno dopo di Ferragosto, è firmato dagli studiosi dalla Rutger University (Stati Uniti). La rivista è quella dell’Accademia delle Scienze americana (Proceedings of the national academy of sciences).

L’ENZIMA – Il meccanismo protettivo riguarda una proteina chiamata Atr. È un enzima che entra in azione per individuare i danni del Dna delle cellule della pelle. E che è molto sollecitato quando il corpo è esposto a bagni di raggi ultravioletti. La caffeina inibisce Atr. I ricercatori della Rutger University hanno, allora, modificato geneticamente alcuni roditori in modo che non producessero nella loro pelle Atr. I topi sono stati quindi esposti ai raggi Uvb tre volte alla settimana per 40 settimane. Le cavie senza Atr hanno sviluppato il primo tumore tre settimane dopo i topi normali e dopo 19 settimane avevano il 68% di tumori in meno rispetto a quelli normali.

NEOPLASIE – In precedenti ricerche era stato osservato che l’organismo di topi ai quali veniva somministrata acqua alla caffeina, e che successivamente venivano esposti a lampade a raggi Uvb, era in grado di eliminare le cellule danneggiate dagli ultravioletti, con un minor rischio di degenerazione da cellule sane a malate. Va anche precisato che, esposti costantemente agli Uvb, sia i roditori Ogm sia quelli non geneticamente modificati finivano comunque per sviluppare neoplasie.

IL MECCANISMO – Allan Conney, direttore del Susan Lehman Cullman Laboratory for cancer research della Rutgers, al riguardo ha una sua interpretazione: «Il fatto che comunque tutti alla fine si ammalino sta a indicare che l’inibizione dell’enzima Atr funziona al meglio quando le cellule della pelle sottoposta agli Uvb sono ancora in uno stadio precanceroso, cioè prima che i tumori causati dalla fotoesposizione si siano completamente "innescati"». Secondo lui «l’applicazione di caffeina potrebbe realmente prevenire le neoplasie indotte dai raggi solari».

DUBBI – Resta un però… La caffeina sulla pelle di un essere umano al sole sulla spiaggia non è certamente paragonabile a ciò che si è verificato nei topolini di laboratorio geneticamente modificati. Ulteriori ricerche sono d’obbligo, prima che in commercio arrivi la crema all’Espresso o al caffè americano che sia.

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