“Sono solo un pittore che combatte per un mondo più giusto” (Jannis Kounellis – Foto)

Il grande maestro dell'Arte povera, sempre anticonformista, ha insegnato a generazioni di artisti quanto si può dire riutilizzando materiali essenziali. Un vero vocabolario artistico e universale, scritto con legni, ferri, lamiere, bulloni e stracci. Un inno alla vita libera

JANNIS KOUNELLIS –

Jannis Kounellis non è stato soltanto un grande artista, un genio della creatività che con la sua impronta ha tracciato una rotta nel linguaggio universale della creatività. E’ stato anche un grande poeta che ha saputo mescolare, attraverso il suo linguaggio ispirato all’idea di non sprecare nulla e di utilizzare materiali “poveri” quanto essenziali, le radici dell’antica civiltà classica, di quella Grecia dove era nato (nel Pireo), con la tumultuosa contemporaneità che respirava dalla Roma ormai ex caput mundi.

In tutta la sua lunga carriera, con centinaia di mostre in qualsiasi angolo del mondo, con ricorrenti provocazioni da autentico rivoluzionario dell’arte, Kounellis non ha mai tradito il suo semplice, ma ricchissimo, dizionario del linguaggio. un vocabolario fatto di oggetti che nella loro essenzialità danno il senso della vita e dell’epicità dell’avventura umana: lamiere, bulloni, stracci, ferro e legno.

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Le foto sono tratte dalla pagina Facebook Jannis Kounellis-Γιάννης Κουνέλλης

JANNIS KOUNELLIS MAESTRO ARTE POVERA –

Di tutti gli artisti del movimento dell’Arte Povera, Kounellis è stato quello che più di altri si è concentrato sulla tastiera dell’uso e del riuso, del riciclo e del riutilizzo, quasi a testimoniare, come un profeta, che il senso delle cose è nelle radici. In ciò che ognuno di noi, anche dentro se stessi, non deve mai sprecare, neanche per un attimo.

Al netto di alcune concessioni all’ideologia (Kounellis è nato,cresciuto e morto da comunista), questo straordinario artista ha rotto le barriere tra il pubblico, lo spazio e l’arte. e lo ha fatto nel nome di una sua battaglia, non solo creativa, ma innanzitutto ispirata a un’impellente passione civile. A una voglia quasi messianica di un modo più giusto, meno indifferente; più equilibrato e meno diseguale; più attento all’Ambiente, al Creato, alla Natura, meno avvitato nel vortice del consumismo compulsivo. Quello che non riconosce più il senso delle cose e della materia, e non sa più distinguere l’utile dall’inutile, il giusto dall’ingiusto. Dimenticando che qualsiasi oggetto, qualsiasi materiale primordiale, nella sua essenzialità può riportarci sulla strada del valore epico della vita, tutta la vita, da non sprecare, ma da vivere con il coraggio e la sfrontatezza di un combattente. Come ha fatto per quasi un secolo, ottant’anni pe la precisione, Jannis Kounellis.

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