Italiani: vacanze in caduta libera

Viaggi degli italiani in calo a due cifre, altro che ripresa. L’andamento del turismo è l’ennesimo segnale di un Paese in crisi profonda, la cui fine non sembra dietro l’angolo. La fotografia dei viaggiatori italiani nel 2010, diffusa dall’Istat vigilia dell’inaugurazione della Bit (Borsa internazionale del Turismo, Milano 17-20 febbraio) è un’immagine fortemente sottoesposta, molti […]

Viaggi degli italiani in calo a due cifre, altro che ripresa. L’andamento del turismo è l’ennesimo segnale di un Paese in crisi profonda, la cui fine non sembra dietro l’angolo. La fotografia dei viaggiatori italiani nel 2010, diffusa dall’Istat vigilia dell’inaugurazione della Bit (Borsa internazionale del Turismo, Milano 17-20 febbraio) è un’immagine fortemente sottoesposta, molti scuri e pochi chiari.

Nel 2010 i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti in italia sono stati 99 milioni e 997 mila, per un totale di 626 milioni e 947 mila notti. Rispetto al 2009 c’è forte diminuzione del numero di viaggi (-12,4%) e del numero di pernottamenti (-7,8%). In particolare, i viaggi di vacanza, che pesano per l’87,4% sul totale, mostrano una flessione (-11,4%) dovuta alla consistente diminuzione delle vacanze brevi (-18,7%), confermando la dinamica già segnalata nel 2009. Tale effetto si manifesta con maggiore intensità nel 2010, registrando anche un decremento nel numero di pernottamenti per vacanza breve (-18%), sovrapponibile a quello delle stesse vacanze. I soggiorni di vacanza lunga (di almeno 4 notti) e i pernottamenti per vacanza lunga, invece, si mantengono sostanzialmente stabili.

Un altro segnale della forte stretta sui beni "non di prima necessità" arriva dai dati sui viaggi per motivi di lavoro,  che costituiscono  il 12,6% del totale, ma subiscono una diminuzione anche superiore rispetto alle vacanze di piacere (-18,4%), accompagnata dal calo del relativo numero di pernottamenti (-29%). Altro dato, in qualche modo complementare al calo delle vacanze brevi: scende la media italiani in vacanza in un trimestre su totale della popolazione: dal 28 per cento al 27. Fenomeno in calo soprattutto al Centro: nel 2010 quasi un abitante di Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise su 3 (32 per cento) andava in vacanza una volta in un singolo trimestre, ora siamo al 30,4 per cento.

Considerando invece le destinazioni, l’idea che scaturisce è quella di un Paese a due velocità, la conferma dell’allargamento della forbice tra benestanti e ricchi e meno abbienti. Si riducono infatti del 13,4% gli spostamenti con mete italiane, che rappresentano l’81,7% del complesso dei viaggi, con una contrazione più marcata per i viaggi diretti verso le regioni del centro (-18,7%), verso cui diminuiscono sia i viaggi di vacanza (-16,2%) sia i viaggi effettuati per motivi di lavoro (-30,7%). Gli spostamenti verso l’estero sono stabili nel loro complesso, ma si riducono quelli effettuati per motivi di lavoro (-17,4%). Le vacanze per far visita a parenti o amici diminuiscono (-17,2%), così come quelle trascorse in alloggi a titolo gratuito (-18%).  Interessante, infine, il graduale avvicinamento dell’italiano al web e in genere alla viaggio organizzato. Sale dell’11,5 per cento, infatti, il numero delle vacanze prenotate via internet, mentre calano del 24,6 i viaggi fai-da-te.

Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto sono sempre le regioni più visitate dagli italiani nel loro insieme, raccolgono oltre la metà degli spostamenti, l’Emilia supera il 10 per cento. Sono le mete più frequentate sia per svago che per lavoro, anche se d’estate lasciano spazio a regioni a vocazione balneare, come Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna, che non a caso sono le leader del periodo estivo e comandano anche la classifica tra le regioni preferite per le vacanze lunghe. Nello stesso periodo, l’Emilia Romagna mantiene prevedibilmente la leadership tra le regioni centrosettentrionali, precedendo Toscana e Trentino Alto Adige.

Tra chi sceglie l’estero, l’80 per cento opta per una destinazione europea. Quota che scende al 72,9 per cento limitando l’analisi alle vacanze lunghe, di oltre 4 notti. Per la prima volta, la Francia non è più la nazione estera più visitata dagli italiani: cede infatti il posto alla Spagna, che attira il 15,1 per cento delle preferenze contro il 14,1 del Paese di Parigi e champagne. Seguono Regno Unito (7,8 per cento), Croazia e Germania. Nella classifica delle destinazioni preferite per soli viaggi di piacere, la Spagna precede ancora la Francia (15,6 per cento) contro 14,3, mentre la Croazia scavalca il Regno Unito. Fuori Europa nel 2010 l’Egitto è stata la meta più battuta (5,2 per cento dei viaggi all’estero), davanti al Magreb (Tunisia, Marocco e Algeria).

Consumatori. "Conferma di un 2010 disastroso".  "L’Istat conferma, e non poteva essere diversamente, i dati emersi dalle rilevazioni del nostro Osservatorio nazionale , relativamente al disastroso andamento del turismo nel 2010" – Cos’ rilevano in una nota Federconsumatori e Adusbef.
Secondo le due organizzazioni, il crollo sarebbe dovuto "alla contrazione del potere di acquisto delle famiglie, pari al 9,6% dal 2007 ad oggi, che si va ad aggiungere al drammatico quadro economico registrato da diversi anni a questa parte, contrassegnato da una pesante caduta dei consumi (-6% negli ultimi 3 anni). Una situazione preoccupante, che richiede interventi immediati e urgenti, in assenza dei quali nel 2011 le cose non potranno che peggiorare"

Nel ricordare che il turismo "è l’oro nero italiano", e che per questo è necessario intervenire per rilanciare il settore, "eliminando inefficienze e abbassando costi e prezzi", le associazioni bollano ancora una volta la tassa sul turismo, "che non solo peserà sulle tasche dei cittadini che si metteranno in viaggio, ma danneggerà l’intero comparto, contribuendo a un ulteriore calo delle presenze e rendendo meno competitivo il turismo italiano agli occhi dei turisti provenienti da altri paesi".

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