Italia, la mozione anti-europea che snobba la green economy

L’Unione europea e’ malata di catastrofismo ma l’Italia puo’ salvarla con una ricetta semplice semplice: via gli impegni a difesa della stabilita’ climatica, avanti con la vecchia economia basata sul petrolio e sul carbone. Mentre i paesi che fanno da locomotiva all’economia globale si sfidano sulla green economy per uscire dalla crisi economica, la maggioranza […]

L’Unione europea e’ malata di catastrofismo ma l’Italia puo’ salvarla con una ricetta semplice semplice: via gli impegni a difesa della stabilita’ climatica, avanti con la vecchia economia basata sul petrolio e sul carbone. Mentre i paesi che fanno da locomotiva all’economia globale si sfidano sulla green economy per uscire dalla crisi economica, la maggioranza che guida l’Italia ha presentato al Senato una mozione in cui si insegna la scienza agli scienziati dell’Ipcc (l’Intergovernmental Panel on Climate Change) e si chiede all’Europa di abbandonare la linea che ha consentito alla Germania di diventare uno dei leader mondiali nel settore efficienza e delle rinnovabili.

La mozione – firmata dai senatori D’Ali’, Possa, Fluttero, Viceconte, Izzo, Sibilia, Nespoli, Vetrella e Carrara – prima mette in discussione “la serieta’ e la correttezza nella divulgazione dei dati forniti dall’IPCC, nonche’ la moralita’ di alcuni suoi principali esponenti”. Poi, mentre la commissione parlamentare inglese conferma l’allarme legato al caos climatico, parla di “tesi catastrofiste basate sui contenuti dei rapporti Onu-Ipcc e di alcuni studiosi inglesi alle quali gli altri governi si sono criticamente accodati condividendo analisi, oggi rivelatesi errate e non sufficientemente supportate dal dato scientifico”. Infine invita a far saltare l’obiettivo europeo al 2020 di una riduzione del 20 per cento dei gas serra, di un aumento del 20 per cento dell’efficienza energetica e di una quota del 20 per cento di energia da fonti rinnovabili richiedendo “l’attivazione in sede di Unione europea della clausola Berlusconi nel senso di dichiarare decaduto, in quanto non piu’ utile, l’accordo del 20-20-20”.

Alla mozione della maggioranza si contrappone una mozione del centro sinistra (a firma tra gli altri dei senatori Della Seta, Finocchiaro, Zanda, Casson, Latorre, Ferrante e Bonino) che ricorda come l’amministrazione Obama abbia deciso di investire 150 miliardi di dollari in dieci anni nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica per produrre entro il 2015 un milione di auto ibride (da 50 km con un litro) e per portare al 25 per cento entro il 2025 la quota di elettricita’ prodotta con fonti rinnovabili.

“Nel campo dell’efficienza energetica”, si legge nel testo presentato dal centrosinistra, “l’Italia ha accumulato recentemente un grande ritardo rispetto ai principali Paesi europei. Fino agli anni ’90 del secolo scorso eravamo uno dei Paesi europei con la piu’ bassa intensita’ energetica, cioe’ col piu’ basso rapporto tra energia consumata e Pil prodotto, poi abbiamo progressivamente perduto questo vantaggio e dal 2004 l’intensita’ energetica italiana e’ piu’ alta della media della vecchia Unione europea a 15. Questo declino dei nostri standard di efficienza energetica non solo ha comportato effetti negativi sul piano dell’impatto ambientale e climatico, ma ha rappresentato un crescente disvalore competitivo per le nostre imprese”.

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