La missione di un ingegnere: salvare i vecchi computer per preservare un’epoca rivoluzionaria

Alberto Rubinelli dando libero sfogo alla sua passione è riuscito ad evitare la discarica a più di 8mila pc, dopo averli rimessi in sesto. Ora sono perfettamente funzionanti e andranno a costituire l’esposizione a tema più grande d’Europa, che potrà vantare alcuni esemplari davvero molto rari

COLLEZIONISTA COMPUTER

INGEGNARE CHE SALVA I COMPUTER

In una società in cui bastano un paio di anni per considerare l’ultimo ritrovato tecnologico vecchio o obsoleto, Alberto Rubinelli ha una missione: salvare il maggior numero possibile di computer. Secondo l’ingegnere cinquantenne, infatti, questi oggetti sono la testimonianza di un’epoca rivoluzionaria che ha cambiato radicalmente le nostre abitudini e con esse il mondo intero. Assecondando questa “vocazione”, un po’ sul solco degli amanuensi che nel Medioevo ricopiavano i vecchi codici per non mandarli perduti, Rubinelli ha messo sù la collezione di macchine informatiche più grande d’Europa grazie all’aiuto di sei amici, negli anni diventati soci della fondazione onlus “Museo del computer”. Il loro “tesoro” è custodito in capannone di 4mila metri quadrati e ospita 8134 computer, con una particolarità: sono tutti funzionanti. Prima di catalogarli infatti l’ingegner Rubinelli li ripara affinché possano essere un reperto parlante della prima fase della storia del digitale.

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SALVARE I COMPUTER VECCHI

Tra i modelli rarissimi che custodisce ci sono: il Laptop Grid Computer 1520 (un portatile) usato in missione sullo Space Shuttle, la workstation Sgi utilizzata per il film Jurassic Park, lo storico Selenia Gp16 che faceva funzionare i radar dell’aeroporto di Venezia e il System 390 Ibm della De Agostini, che metteva in rete le librerie di tutta Italia. Per recuperare questi reperti l’ingegnere ha fatto centinaia di viaggi in giro per la penisola e pian piano ha dovuto trovare uno spazio in grado di ospitare i suoi ritrovamenti che non fosse un normale garage. Così prima ha affittato un magazzino a Novara e poi ha acquistato l’ex fabbrica di Camburzano dove presto si traferirà per realizzare il suo sogno: aprire al pubblico l’esposizione a tema più grande d’Europa.

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COLLEZIONISTA COMPUTER

Uno dei più grandi “fornitori” su cui la fondazione può fare affidamento il Cnr di Roma che quando dismette da una sede il materiale, avverte Rubinelli che si prodiga per il “salvataggio”. Ovviamente per arricchire la collezione, tappe obbligate sono le fiere internazionali del settore, dove spesso l’ingegnere finisce per essere premiato per l’originalità della sua collezione. D’altronde in molti rimangono affascinati dal calcolatore Olivetti Programma 203, o dal rarissimo Apple 1, uno dei pochi ancora in circolazione. In questo modo Rubinelli riesce a raccogliere qualche donazione che gli sarà utili per realizzare il suo progetto finale: esporre tutti i suoi preziosi reperti digitali.

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook Fondazione Museo del Computer Onlus

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