Palestina, dove le case sono arredate con i rifiuti. La provocazione di quattro architetti di Ramallah

Frammenti di legno e di cemento. Vecchi mobili che rischiano di marcire. Tubi bucati. Avanzi di stoffe. Così in un luogo martoriato dalla guerra il riciclo diventa un simbolo di ribellione

Un gesto di ribellione. Ma anche un modo per ricordare, attraverso il riciclo, il dramma di una guerra infinita. Quattro architetti palestinesi, con lo studio a Ramallah, hanno creato una linea molto originale di arredamento: mobili realizzati solo con i materiali di scarto. Qualsiasi materiale. 

CASE ARREDATE CON I RIFIUTI IN PALESTINA

I quattro architetti volevano trovare un modo per riutilizzare in maniera creativa tutti i rifiuti abbandonati per le strade della città dai tanti cantieri edilizi. Così hanno pensato di raccogliere questi materiali e dare loro una seconda vita creando veri e propri oggetti di design.

Vecchi mobili, pezzi di legno, scatole di cartone, corde e addirittura tubature: non si butta nulla. Ad esempio ci sono poltrone a sacco realizzate con vecchi jeans riempiti di polistirolo e buste di plastica, lampade costruite con vecchie insegne, sedie a sdraio e divanetti fatti con bancali o sgabelli creati con le camere d’aria delle biciclette e i tubi della rete idraulica.

ARREDAMENTO CON I RIFIUTI IN PALESTINA

Il risultato finale, inoltre, non punta a nascondere l’oggetto di partenza quanto bensì a metterlo in evidenza regalandogli una nuova forma e un nuovo uso. «In quanto architetti ci sentivamo particolarmente responsabili per questo spreco di materiali da costruzione. Così abbiamo pensato di costruire secondo i principi ecologici utilizzando materie prime locali e producendo meno rifiuti possibile» spiegano i protagonisti del progetto.

E siccome ogni cosa merita una seconda opportunità, il collettivo ha incominciato a esplorare anche altri generi di materiali con cui realizzare oggetti ecocompatibili come gli avanzi di stoffa da cui ricavare cuscini e fodere per i divani.

COME ARREDARE CASA CON IL RICICLO:

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