Martine Postma: la donna che ha inventato i Repair Café

Un movimento nato in Olanda, ma ormai diffuso in tutto il mondo. Anche in Italia.

REPAIR CAFÈ MARTINE POSTMA

MARTINE POSTMA

Tutto è nato in Olanda. E non può essere una sorpresa che sia stato proprio uno dei popoli con il più spiccato senso civico ad impegnarsi nel creare e sostenere “una moda” virtuosa che fonda tutta la sua forza sul riutilizzo e sulla sostenibilità. Stiamo parlando dei famosi Repair café, la cui fondatrice ha un nome e un cognome: Martine Postma. Ex giornalista, questa donna ha dato vita a un movimento che oggi conta in tutto il mondo più di 750 café, che viaggiano al ritmo di circa 13mila oggetti salvati dalla discarica al mese.

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REPAIR CAFÉ OLANDA

L’idea di intraprendere un’avventura di questa portata a Martine è venuta quando è diventata mamma per la seconda volta. Mentre stava dietro al nuovo arrivato, infatti, si è resa conto di quante cose andassero buttate, nonostante potessero ancora essere utili a qualcuno. In quel momento nella sua testa si è fatta strada una convinzione: perché sostituire il vecchio o il rotto con un nuovo acquisto se può essere aggiornato o sistemato? Così ha aperto un posto dove ognuno potesse mettere a disposizione le proprie capacità per regalare una seconda vita a centinaia di oggetti. Quell’idea iniziale ha avuto talmente tanto successo che lo stato olandese ha deciso di finanziare queste iniziative e le ha raccolte nel Repair Cafe Foundation. Un’organizzazione che al momento Martine presiede.

Oggi i Repair Café sono una via di mezzo tra una rete internazionale, che comprende ben 2.300 punti attrezzati in tutto il mondo, e un movimento anti-spreco. Ex giornalista, Martine ha puntato tutto su una parola d’ordine (“No allo scarto”) e su un’economia circolare che parte dal basso, dai ritrovi dove appunto ogni oggetto si può riparare per avere una nuova vita. E non finire inutilmente nella spazzatura o in una discarica.

COME APRIRE UN REPAIR CAFÉ

In generale, i Repair café sono dotati di postazioni di lavoro con gli attrezzi necessari per aggiustare qualsiasi cosa. E non è necessario essere degli “aggiustatutto” esperti, perché sui tavoli ci sono anche numerosi volumi teorici e istruzioni per imparare come muoversi. Per aprirne uno è sufficiente versare una quota di 45 euro, impegnarsi a collaborare con le altre officine e dichiarare di non essere un’attività a scopo di lucro. In cambio l’organizzazione centrale manda un kit iniziale, offre supporto e fornisce ulteriore materiale a prezzi scontati. Il tutto per socializzare e allo stesso tempo contribuire a rendere più sostenibile il mondo in cui viviamo.

(La foto di copertina è tratta dal sito Vrij Nederland)

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