Perché è importante parlare le lingue

Non c'è solo una migliore formazione che aiuterà a trovare lavoro. La seconda lingua aumenta la concentrazione e la memoria.

Parlare le lingue non è più una possibilità, è diventata una scelta obbligata. Indispensabile per formarsi in modo completo , avventurarsi nel mondo del lavoro con le competenze giuste, allargare il campo delle proprie relazioni, personali e professionali. Parlare le lingue, almeno una, è ormai dato per scontato per affrontare tutte le circostanze nelle quali, per esempio, la lingua comune è l’inglese. Pensate alle riunioni tra professionisti (medici, avvocati, architetti, etc…) che si svolgono mettendo insieme persone che arrivano da tutto il mondo. In queste circostanze, la lingua comune è l’inglese, e non parlarla in modo fluido, significa essere fuori dai giochi. L’importanza delle lingue va colta da piccoli, anche perché la capacità di apprendimento, quando si è bambini, è molto favorevole. E una volta che ci si sblocca con una lingua, diventa facile poi passare alla successiva. 

PERCHÈ FA BENE PARLARE DUE LINGUE

Parlare bene una seconda lingua, correntemente e in forma scritta e parlata, è una carta preziosa, forse indispensabile, per trovare un buon lavoro. Oggi, specie nelle grandi aziende, la conoscenza dell’inglese è considerata come un requisito irrinunciabile per avere un’occupazione. E per questo è bene insegnare la seconda lingua già dall’infanzia, quando l’apprendimento dei bambini è quasi naturale. Ma adesso dalla comunità degli scienziati arrivano altre notizie favorevoli al bilinguismo, che non riguardano tanto la formazione ed un futuro lavoro, quanto la mente dei bambini.

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VANTAGGI DEL BILINGUISMO

Secondo uno studio dell’università di Lancaster, pubblicato sulla rivista Psychological Science, grazie a una maggiore flessibilità cognitiva, i bilingui riescono ad assumere prospettive diverse rispetto alla realtà circostante. Sono più duttili, hanno una maggiore propensione alla convivenza e alla tolleranza, sanno valutare senza pregiudizi visioni diverse del mondo.importanza-conoscenza-lingue-straniere-memoria-sviluppo-attivita-cognitive-bambini (2) (800x800)

VANTAGGI CONOSCENZA LINGUE STRANIERE

Poi ci sono gli effetti del bilinguismo sulle attività cognitive in senso stretto. E qui si misura la capacità di apprendere una seconda lingua come una forma di prevenzione per un buon funzionamento del cervello, un vero toccasana. Due lingue aiutano a migliorare la memoria e la concentrazione, e consentono di avere una marcia in più nel multitasking, ovvero nella capacità di fare più cose contemporaneamente. Infine, riducono i problemi legati all’invecchiamento delle cellule. «In particolare nei bilingui sono più attive soprattutto le aree normalmente coinvolte nel controllo dei compiti cognitivi e nella risoluzione delle informazioni conflittuali, come la corteccia sinistra frontale inferiore. Alcuni studi, inoltre, hanno riscontrato, specie nei bilingui precoci, una maggiore densità di materia grigia nella corteccia parietale inferiore» spiega  Antonella Sorace, docente di Sviluppo del linguaggio all’università di Edimburgo.

SECONDA LINGUA FA BENE AL CERVELLO

Una conferma importante dei benefici della seconda lingua, anche rispetto all’attività cerebrale, arriva dal lavoro di ricerca fatto a Trieste da un gruppo misto di neurologi e di maestri di scuola. La seconda lingua aiuta a migliorare i risultati scolastici, aumenta la proprietà di linguaggio e la voglia di conoscenza, riduce i rischi di Alzheimer. E riesce anche a migliorare le funzioni esecutive, come organizzarsi per raggiungere dei risultati.
Neurologi e maestri raccomandano di imparare la seconda lingua con una pronuncia corretta, iniziare il più presto possibile, utilizzare cartoni e film in lingua originale per apprendere meglio la seconda lingua.

COME INSEGNARE AI BAMBINI LE LINGUE STRANIERE

Ma come si incentiva, in famiglia prima che a scuola, la conoscenza di una seconda lingua di un bambino? Come possono imparare senza particolari sforzi? Consigli semplici e utili arrivano dal libro di Federica Del Zotto, Easy Speaking (Gribaudo Editore) che presenta l’insegnamento dell’inglese come un puzzle, dove tutte le tessere devono incastrarsi. Ma sono utili anche ciascuna individualmente.

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