Il pendolo tra mercato e «sociale»

Caro Direttore, ho letto e davvero con grande interesse l’illuminante articolo di Angelo Panebianco pubblicato ieri sul Corriere della Sera sotto il titolo Il mercato nell’angolo. Appena un anno fa il centro del libero mercato era negli Usa, il centro del libero mercato degli Usa era nella borsa di Wall Street, il centro di Wall […]

Caro Direttore, ho letto e davvero con grande interesse l’illuminante articolo di Angelo Panebianco pubblicato ieri sul Corriere della Sera sotto il titolo Il mercato nell’angolo. Appena un anno fa il centro del libero mercato era negli Usa, il centro del libero mercato degli Usa era nella borsa di Wall Street, il centro di Wall Street era fatto da titoli bancari e finanziari.
Oggi questo centro ? il centro del centro del centro ? non e’ piu’ a Wall Street ma a Washington. Non e’ piu’ nelle mani del mercato, e’ nelle mani dello Stato.
Dall’inizio della crisi ad oggi, la mano dello Stato si e’ infatti mossa in salvataggio di piu’ di 400 banche e finanziarie Usa. Fatti due conti, viene fuori una media di 5 interventi alla settimana, 1 ogni giorno lavorativo. E non solo banche e finanziarie: compagnie di assicurazione ed aziende automobilistiche, i mutui delle famiglie ed in prospettiva le pensioni di tanti americani.
In giro per il mondo, non e’ molto diverso. E non e’ molto diverso neppure in Europa, dove le banche salvate con denaro pubblico sono finora state 33.
Tutto cio’ non e’ stato e non e’ perche’ lo Stato ha trionfato, ma perche’ il
mercato ha fallito. Anzi, per la verita’, e’ perche’ hanno fallito tutti e due, tanto il mercato, quanto lo Stato. Il mercato ha fallito per eccesso, lo Stato per difetto.
Perche’ questo doppio fallimento?
Perche’, con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato, configurato come il fondamento di una nuova religione terrestre, decresceva simmetricamente la forza dello Stato. Via via che con la globalizzazione cresceva la forza dell’economia, lo Stato rinunciava ad esercitare una delle sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio nel battere la moneta. Nell’eta’ della globalizzazione anche le banche private potevano infatti battere, e percio’ battevano la loro moneta. Una moneta addizionale che prendeva forma nei piu’ incredibili strumenti finanziari. Una moneta fondata sul debito e percio’ stampata sul nulla. cosi’ che la moneta cattiva ha via via sovrastato la moneta buona. Ed e’ proprio nella implosione di questa nuova e privata massa monetaria la causa della crisi che vediamo e viviamo.
per reazione a tutto cio’, e per compensazione, che si assistite ora al ritorno dello Stato. troppo, e’ eccessivo? Per cominciare, va detto che e’ stato ed e’ necessario: primum vivere! E poi? E il futuro?
Per cominciare lo Stato in cui ancora viviamo, lo Stato in cui ci riconosciamo, e’ un tipo particolare di Stato. Un tipo di Stato che, non per caso, si chiama Stato di diritto.
In questo tipo di Stato il mercato non puo’ esistere fuori dal diritto o fabbricarsi un diritto alternativo e suo proprio. sempre stato cosi’ in tutto il mondo libero, anche nel mondo anglosassone, dominato nel diritto pubblico dalla Rule of law e nel diritto privato dalla Common law. Non per caso tutte e due queste formule contengono la parola law e cioe’ la parola legge. stato cosi’ fin dal principio del liberalismo e sara’ cosi’ fino alla sua fine.
In questi termini costituzionali e fondamentali, l’alternativa non e’ dunque tra Stato e mercato, come se Stato e mercato fossero e/o potessero essere due variabili tra di loro indipendenti. L’alternativa e’ piuttosto, all’interno dello Stato, tra mercato e
sociale. Come bene scrive Panebianco. Il fatto disastroso e’ che nell’ultimo decennio il pendolo, certo piu’ altrove che in Italia, non ha oscillato all’interno del quadrante, ma e’ uscito dal quadrante del diritto.
Quello che puo’ e deve ora essere fatto e’ percio’ riportare il pendolo dentro il quadrante, non essendoci alternativa allo Stato di diritto.
Fatto questo, quale e’ la parte giusta del pendolo: e’ il mercato o e’ il sociale?
Non credo che ci sia una ipotesi assolutamente giusta. Credo che esistano ipotesi relativamente giuste.
Nella nostra storia piu’ recente il pendolo e’ andato ritmicamente da un lato all’altro del quadrante, dall’Iri alle privatizzazioni (tutte fatte bene, tutte ci hanno fatto bene?).
Nel durante della crisi e nel dopo della crisi e’ ? a mio personale parere ? piu’ probabile che la parte giusta sia quella del sociale.
Puo’ essere che un po’ dopo il pendolo prenda di nuovo a muoversi dall’altra parte. Niente di male, basta che sia un pendolo che resta dentro il quadrante del diritto.

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