Il libro La nuova vita al tempo della crisi

  Rita Querzè Pensieri forti, consigli semplici,legati alla vita di tutti i giorni. Nel suo ultimo libro («Basta poco», Einaudi) anche il giornalista-scrittore Antonio Galdo parte dalla constatazione che «la crisi ci costringe a cambiare ». Ma come? E con quali consapevolezze? Ritorno alla manualità Secondo il filosofo Remo Bodei dopo l’ubriacatura del consumismo è […]

 

Rita Querzè
Pensieri forti, consigli semplici,legati
alla vita di tutti i giorni. Nel suo
ultimo libro («Basta poco», Einaudi)
anche il giornalista-scrittore Antonio
Galdo parte dalla constatazione
che «la crisi ci costringe a cambiare
». Ma come? E con quali consapevolezze?
Ritorno alla manualità
Secondo il filosofo Remo Bodei
dopo l’ubriacatura del consumismo
è importante tornare a dare un senso
alle cose. Come? Semplice, ribellandosi
alla frase preferita dagli addetti
dei negozi di elettrodomestici
quando chiedi loro di riparare il frullatore:
«Se lo scordi, le conviene
comprarlo nuovo».
«E’ questa la logica che ha portato
le famiglie americane ai 10 mila dollari
di indebitamento—osserva Galdo
—. E’ ora di imparare a recuperare
gli oggetti. E non solo per
risparmiare. Anche per vivere
meglio. Dare senso alle cose
che ci stanno intorno significa
dare più senso alla propria
vita».
Mobilità sana
Una passeggiata ci salverà
(smog permettendo). Ovvio che
il primo ostacolo da rimuovere
per chi vuole adottare uno stile di
vita «eco» è l’automobile. La macchina
come la concepiamo oggi è destinata
a breve a passare dalle strade ai
musei. In attesa dell’auto elettrica,
non resta che inforcare la bici. O, ancora
meglio, camminare. «Questa
volta gli americani possono essere
d’esempio — segnala Galdo —. A
Manhattan quasi l’80% degli abitanti
non usa più l’automobile. Tutti camminano.
Noi invece ci muoviamo solo
al volante. Basta attraversare il
parco di villa Borghese, a Roma, in
un giorno feriale. Deserto. E pensare
che è il più grande parco urbano
d’Europa».
Recuperare gli avanzi
A qualcuno torneranno in mente i
libricini con cui, in tempo di guerra,
si insegnava alle massaie a ingegnarsi
e recuperare i cibi avanzati. Sarebbe
il caso di recuperarli. «L’alimentazione
deve essere biologica per valorizzare
il lavoro di chi coltiva senza
danneggiare l’ambiente», dice Galdo.
Certo, questo comporta una spesa
aggiuntiva. Che si può recuperare
utilizzando fino all’ultima briciola. E
poi meno acqua minerale: «Siamo i
terzi consumatori al mondo di naturale
e frizzante in bottiglia, secondi
solo a Messico e Arabia Saudita: non
sarà un po’ eccessivo?».
Meno quantità, più qualità
La globalizzazione è nei fatti. Di
certo il sistema economico che si imporrà
su tutto il globo terracqueo
non potrà essere quello che distingue
ora il mondo occidentale: non
sarebbe sostenibile per il pianeta.
«Bisogna costringere le aziende a
farsi carico del cambiamento—incita
Galdo —. Bisogna uscire tutti da
una logica che ci ha spinto a consumare
sempre di più per imparare a
scegliere la qualità al posto della
quantità. D’altra parte non è il Pil il
miglior parametro per misurare la
felicità».
 
 
 L’autore                                         
Antonio Galdo
(foto), giornalista,
racconta in «Basta
poco» (Einaudi) il
necessario
cambiamento del
nostro modello di
consumo. Idee che
potrebbero salvare
il pianeta e
comportamenti che
migliorano il mondo
anche sul suo sito:

 

 

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