Il lago delle meraviglie minacciato dall’inquinamento

Una zolla vagante antica come il mondo è sbattacchiata dal vento da millenni contro le sponde. È l’isola galleggiante del lago di Posta Fibreno, in provincia di Frosinone, che stupì Cicerone. E che Plinio il Vecchio descrisse nella sua Naturalis Historia perché scoprì che su quell’isolotto sempre in movimento s’è conservata come un relitto dell’era […]

Una zolla vagante antica come il mondo è sbattacchiata dal vento da millenni contro le sponde. È l’isola galleggiante del lago di Posta Fibreno, in provincia di Frosinone, che stupì Cicerone. E che Plinio il Vecchio descrisse nella sua Naturalis Historia perché scoprì che su quell’isolotto sempre in movimento s’è conservata come un relitto dell’era glaciale una vegetazione boreale. Là vive forse il pioppo più antico della terra. In questo lago alimentato da mille sorgenti nuota un pesce unico al mondo – il carpione del Fibreno – che si riproduce misteriosamente nella profondità della caverne carsiche. E sulle sue sponde vola una curiosità scientifica unica nel suo genere, l’esemplare maschio della apatania volscorum, un tricottero presente nel mondo solo come femmina in grado di autoriprodursi. Quello di Posta Fibreno è il lago delle meraviglie, protetto dall’Unione europea, ma pressoché sconosciuto in Italia nonostante sia ad appena cento chilometri da Roma.

In questa oasi nel cuore della Ciociaria si verificano fenomeni naturali misteriosi come i microterremoti non rilevati dai sismografi. O come l’improvvisa apparizione nel lago di acque bianche dalle origini sconosciute. L’incredibile ecosistema di questa zona alle pendici del monte Morrone è stata studiata grazie a fondi Ue e alla lungimiranza della direzione Ambiente della Regione Lazio (dottoressa Nunzia Rossi), da scienziati universitari come il botanico Francesco Spada. Oppure l’entomologo Valerio Sbordoni, oltre che da studiosi dell’Istituto superiore della Sanità come la dottoressa Laura Mancini. Ma non ci sono solo meraviglie. Gli studi hanno fatto emergere, infatti, che questa oasi protetta da una Riserva naturale regionale è a rischio sia per l’incuria dell’uomo, sia perché l’ecosistema è aggredito o da predatori come il cormorano (che si ciba del raro carpione) o da specie aliene come il gambero della Luisiana e la nutria.

Ma è l’uomo la causa forse maggiore di contaminazione ambientale. Basti pensare che nonostante siano da tempo disponibili i fondi, l’Acea Ato di Frosinone non provvede al completamento della rete fognaria del comune di Posta Fibreno. E così una parte degli scarichi fognari finisce nel lago – le cui acque alimentano la rete idrica del Frusinate – provocando il pericoloso fenomeno di surriscaldamento più noto come eutrofizzazione, causa dello scomparire della vegetazione acquatica e della riduzione della popolazione ittica. Il sindaco di Santo Mele ha da tempo lanciato l’allarme inquinamento: se non si procederà tempestivamente ai lavori di completamento della rete fognaria, "il protrarsi di questa situazione potrà incidere negativamente su tutto l’ecosistema lacuale e sulle risorse idropotabili attualmente a servizio di gran parte dei cittadini della provincia di Frosinone". È davvero una meraviglia, il lago di Posta Fibreno. Il mondo ce lo invidia. Peccato però che in Italia pochi lo conoscano. E che molti, nelle sue limpide acque, scarichino i liquami.
 

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