Il caos dell’Imu: perche’ tanto dilettantismo?

D’accordo: le tasse si pagano. E’ giusto anche chiedere i sacrifici, a partire dai proprietari di immobili che spesso si sono avvantaggiati di leggine fiscali favorevoli per non pagare un euro. Ma la tortura, quella francamente si poteva risparmiare. Il governo è riuscito nel capolavoro di mettere tutti con le spalle al muro di fronte […]

D’accordo: le tasse si pagano. E’ giusto anche chiedere i sacrifici, a partire dai proprietari di immobili che spesso si sono avvantaggiati di leggine fiscali favorevoli per non pagare un euro. Ma la tortura, quella francamente si poteva risparmiare. Il governo è riuscito nel capolavoro di mettere tutti con le spalle al muro di fronte al caos di una tassa nata male e cresciuta ancora peggio. I contribuenti arrancano per rispettare le scadenze, e già devono subire il danno di aumenti rispetto all’Ici che sfondano anche il 30 per cento. Commercialisti e ragionieri alzano le mani e chiedono proroghe, ormai inevitabili. Gli amministratori comunali sono nel panico, perchè un rinvio dei pagamenti mette a rischio le loro entrate e quindi i servizi che erogano ai cittadini. I partiti balbettano qualche protesta, ma riescono solo ad alzare il venticello della demagogia. Perfino i sindacati, attraverso i Caf, si fanno sentire: la tassa è troppo complicata per pagarla secondo le scadenze previste (la prima è per il 18 giugno). Già, complicata. Direi un rompicapo, compreso il fatto che ancora nessuno è in grado di dire con precisione a quanto ammonta, pensato su misura per cittadini già sfiniti dai pagamenti e preoccupati per le scadenze in arriuvo a raffica. Una tortura che i soliti burocrati fuori dal mondo hanno fabbricato su misura per dei super tecnici al governo che, con il caso dell’Imu, sembrano confermare un dubbio. E se invece di super tecnici, quando si tratta di introdurre norme chiare e semplici, fossero dei super dilettanti?

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