Il caos delle demolizioni

Ruspe si’, ruspe no: la bocciatura alla Camera del decreto legge, gia’ approvato al Senato, che prevedeva la sospensione delle demolizioni per abusivismo in Campania semina caos e incertezza in un ambito molto delicato per gli interessi e le aspettative sottostanti. Diciamolo a scanso di equivoci: il decreto era una forzatura, anche perche’ le sue […]

Ruspe si’, ruspe no: la bocciatura alla Camera del decreto legge, gia’ approvato al Senato, che prevedeva la sospensione delle demolizioni per abusivismo in Campania semina caos e incertezza in un ambito molto delicato per gli interessi e le aspettative sottostanti. Diciamolo a scanso di equivoci: il decreto era una forzatura, anche perche’ le sue maglie si erano allargate rispetto al perimetro iniziale nel quale dovevano salvarsi soltanto le case fuorilegge costruite per necessita’. In realta’, si stava andando spediti verso una maxi sanatoria edilizia in una regione dove i confini della legalita’, proprio nel campo delle costruzioni, sono sempre molto labili. Ma una volta imboccata una strada, tra l’altro annunciata e oggetto di precise promesse in campagna in campagna elettorale, la maggioranza di governo aveva il dovere di garantire, grazie ai numeri di cui dispone in Parlamento, un tranquillo iter del provvedimento. E invece e’ scattata l’efficace trappola dell’Idv, che ha posto la pregiudiziale di costituzionalita’ sul decreto, e grazie a 64 assenze tra i banchi della maggioranza le norme sono da considerarsi decadute. Sicuramente la presidente di turno, Rosy Bindi, ha stretto i tempi della votazione, interpretando il suo ruolo in aula piu’ come giocatore di parte, in questo caso a favore dell’opposizione, che non di arbitro imparziale, come previsto dalla funzione ricoperta al momento della conta. Ma, al netto di una polemica sulle regole parlamentari, resta il dato politico: uno smacco in piena regola e una gestione almeno dilettantesca di un passaggio in aula che invece andava blindato.
Adesso che la frittata e’ fatta, l’unica cosa certa e’ la deriva da una forzatura legislativa allo sbaraglio amministrativo. Che cosa accadra’, gia’ oggi, a quelle abitazioni che erano l’oggetto del decreto? Ripartiranno le ruspe? La magistratura cogliera’ al volo l’occasione della bocciatura alla Camera per procedere con gli interventi di demolizione gia’ deliberati? Inoltre e’ facile immaginare come, nell’acqua torbida dell’incertezza e del tira e molla, possano trovare spazio i soliti noti facinorosi che, dietro l’apparante difesa di un presunto diritto, sono pronti a fare sentire il peso della loro violenza, Proprio ieri a Napoli sono esplosi gravissimi incidenti da parte dei soliti disoccupati organizzati, e la casa, come il lavoro, in Campania rappresenta un settore nel quale si mescolano interessi e illegalita’, con la malavita organizzata prontissima a sfruttare qualsiasi varco a difesa del suo controllo del territorio.
L’abusivismo e’ una cosa troppo seria per essere lasciato in bali’a della scarsa autorevolezza di partiti e maggioranze politiche. E’ una polveriera, sulla quale sono seduti in tanti, dai veri disperati ai piu’ spregiudicati malviventi. Chi accende la miccia, per scarsa professionalita’ o per cieca propaganda, si assume una grave responsabilita’. Ecco perche’ bisognera’ trovare un rimedio trasparente, efficace e rapido, alla rocambolesca votazione di ieri. E bisognera’ farlo per evitare che una decisione amministrativa e politica, di forte impatto sociale, non finisca ancora peggio di come e’ malamente stata avviata.

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