Il bello della bicicletta, l’ultimo libro dell’antropologo Auge’

“È impossibile parlare del bello della bicicletta senza parlare di sé.” Si apre con questa affermazione il breve saggio che Marc Augé, antropologo francese specializzato nello studio dei mondi contemporanei, dedica al leggendario veicolo a due ruote. La bicicletta fa “parlare di sé” perché è prima che un veicolo un’esperienza: imparare ad andare in bicicletta […]

È impossibile parlare del bello della bicicletta senza parlare di sé.” Si apre con questa affermazione il breve saggio che Marc Augé, antropologo francese specializzato nello studio dei mondi contemporanei, dedica al leggendario veicolo a due ruote.

La bicicletta fa “parlare di sé” perché è prima che un veicolo un’esperienza: imparare ad andare in bicicletta fa parte della vita di ognuno di noi, ed è un momento importante, fondamentale per la presa di coscienza del nostro corpo e delle nostre capacità.

Il libro di Marc Augé

Ma la bicicletta non è solo parte delle nostre storie personali, segna anche una storia collettiva. Augé ripercorre infatti il mito della bicicletta, nato alla fine degli anni quaranta in un’Europa in cui “la voglia di vivere era più forte che mai”. Un mito entrato in crisi dal momento in cui la classe operaia che ne era protagonista è scomparsa, mentre l’ideale di una vita urbana idilliaca che gli faceva da sfondo si è dissolto nel traffico, nello smog e nella miseria delle città contemporanee.

 

Il mito può però tornare alla ribalta se la bicicletta si fa veicolo di una vera e propria rivoluzione delle nostre città. Ecco allora che Augé, con un sapiente bricolage di spunti immaginari e dati effettivi sulla recente diffusione del ciclismo urbano, tratteggia un’utopica società del futuro in cui l’uso della bicicletta si è imposto nelle maggiori metropoli del mondo, trasformando a volte i modi di vivere dei suoi abitanti.

E gli effetti si ripercuotono positivamente sull’ambiente, sull’economia, sulla politica e sul tessuto sociale: “le divisioni tra classi si disfano o crollano. Le potenze petrolifere hanno sempre meno clienti (…). Tutto sembra accadere come se il politeismo ciclistico avesse sovvertito il monoteismo petrolifero”.

L’utopia ha valore di modello, di strumento per pensare un cambiamento possibile. Con la bici, del resto, non si rischia di perdersi nell’inconcretezza: perché pedalare resta sempre un’esperienza reale, che lega le nostre idee e aspirazioni a un fare molto concreto. La forma concreta di un sogno: quello di un futuro ecologico e di una società riconciliata con se stessa.

Per maggiori informazioni:

Il bello della bicicletta

autore: Marc Augé
casa editrice: Bollati Boringhieri
anno di pubblicazione: 2009
pagine: 70
prezzo: 8,00 €
ISBN: 9788833919928

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