I giovani non credono più nell’università: le iscrizioni crollano a meno 50mila

I giovani italiani credono sempre meno nell’università. E piuttosto che marcire nel binario morto dei fuori corso preferiscono rinunciare direttamente all’iscrizione. Il Consiglio nazionale universitario ha appena comunicato che le immatricolazioni sono passate da quota 338.482 del biennio 2003-2004 a 280.144 nel periodo 2011-2012. In pratica, negli ultimi dieci anni sono scomparsi 58mila studenti, pari […]

I giovani italiani credono sempre meno nell’università. E piuttosto che marcire nel binario morto dei fuori corso preferiscono rinunciare direttamente all’iscrizione. Il Consiglio nazionale universitario ha appena comunicato che le immatricolazioni sono passate da quota 338.482 del biennio 2003-2004 a 280.144 nel periodo 2011-2012. In pratica, negli ultimi dieci anni sono scomparsi 58mila studenti, pari al numero degli iscritti all’università statale di Milano. Una grande fuga, che colpisce specialmente la fascia più giovane, quella tra i 18 e i 20 anni, dove, guarda caso, si segnalano circa 50mila ragazzi italiani che studiano all’estero. Per non tornare in Italia. Un altro dato allarmante segnalato dal Cun riguarda il tasso di laurea. E’ tra i più bassi dei paesi dell’Ocse: siamo posto 34, su 36 nazioni prese in esame, della classifica dell’Ocse. E attorno ai trent’anni soltanto il 19 per cento degli italiani risultano laureati, una percentuale pari alla metà della media europea. Con questi numeri si spiega meglio l’enorme disoccupazione giovanile che affligge il nostro Paese e lo spreco di intere generazioni.

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