Gina, il cane traumatizzato dall’Iraq

Prima di partire in missione era un allegro pastore tedesco. Gina, 2 anni e 28 chili, di “professione” cane militare dell’esercito americano, di base alla Peterson Air Force a Colorado Springs, “specializzata” nella ricerca di bombe e ad annusare ogni sorta di esplosivi, dopo la “missione” in Iraq non era piu’ la stessa. Terrorizzata da […]

Prima di partire in missione era un allegro pastore tedesco. Gina, 2 anni e 28 chili, di “professione” cane militare dell’esercito americano, di base alla Peterson Air Force a Colorado Springs, “specializzata” nella ricerca di bombe e ad annusare ogni sorta di esplosivi, dopo la “missione” in Iraq non era piu’ la stessa. Terrorizzata da chiunque e da qualsiasi cosa, con la coda tra le gambe restava inerte sul divano. Si nascondeva sotto i mobili. Sei mesi, tra granate e incursioni l’avevano trasformata. E quando il convoglio su cui viaggiava e’ finito sotto una bomba e Gina e’ stata la prima a saltare in aria, e’ stato un vero trauma. Quando, un anno fa era tornata alla base di Colorado le avevano diagnosticato “disordini mentali da stress post traumatico”. La diagnosi non era molto piaciuta in ambienti militari a cui pareva che parificare i disturbi canini con quelli umani togliesse dignita’ ai soldati. Ma veterinari e psicologi del comportamento avevano confermato che i forti traumi producono gli stessi sintomi negli uomini quanto negli animali.
Allucinazioni, visioni, esperienze traumatiche rivissute e riviste, lampi nel buio con le immagini vivide delle situazioni da panico che si riaccendono nella mente in momenti tranquilli. Appunto gli stessi disturbi di cui soffrono molti veterani dell’Iraq e dell’Afghanistan, sintomi ben conosciuti e studiati in soldati, uomini e donne, ma oscuri rispetto agli animali. Gina aveva quindi iniziato una terapia. Molto umana. Corse, camminate, salti a ostacoli accanto alla sua addestratrice, Melinda Miller, e con persone amiche che non lesinavano complimenti a ogni successo. E soprattutto conforto ogni volta che Gina si mostrava spaventata. Gradualmente Gina e’ stata reintrodotta alla vita militare, tra gente amichevole e sostenuta da gente solidale. Piano piano ha cominciato a superare i suoi timori e riconquistato alcuni dei suoi talenti cercando le automobili esplosive a Peterson o in altre basi militari vicine. Qualcuno ha iniziato a chiedere se potra’ tornare a obbedire ai suoi doveri in guerra. Dubito che possa ritrovare completa serenta’, dice Nicholas Dodman, del programma di addestramento della Tufts University alla Cunninng School di Veterinaria e Medicina, che in 12 anni ha seguito un centinaio di animali traumatizzati ma mai gravi come Gina. Quello che si e’ imparato non si dimentica, dice il comportamentista. Qualcuno che ha molto timore di qualcosa, in qualunque momento puo’ venirne paralizzato. La migliore cosa che si possa fare e’ portala a fare qualcosa che unisca i vecchi e i nuovi apprendimenti. Questo il consiglio per gli addestratori. Un consiglio che potrebbe valere pure per medici e veterani, umani.

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