Come curare i boschi per evitare gli incendi

I boschi sono aumentati e valgono un terzo del territorio italiano. Ma la manutenzione è diminuita. E importiamo il 90 per cento del legno

pulizia dei boschi

CURA DEI BOSCHI

I boschi sono un pezzo del patrimonio naturale del nostro Paese. Ma ogni anno va in onda il solito pianto greco sugli incendi che devastano intere superfici boschive, dove è scomparsa qualsiasi forma di manutenzione. La cura dei boschi un tempo era affidata a squadre specializzate e coinvolgeva intere comunità di boscaioli: un sistema interamente smantellato e nel vuoto della cura dei boschi hanno gioco facile altre squadre specializzate, quelle dei piromani.

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SALVAGUARDIA DEI BOSCHI

L’incuria dei boschi è parallela al loro moltiplicarsi. Due fenomeni che, da decenni, sono apparentemente di segno contrario, in realtà hanno la stessa origine. L’Italia dei boschi è sempre più grande: copre una superficie di quasi 11 milioni di ettari, con una crescita anche superiore al 3 per cento l’anno. Negli anni Trenta, per avere un’idea di come sia cambiato il Paese, i boschi erano appena 4 milioni di ettari, mentre adesso valgono un terzo dell’intera penisola.

Siamo diventati tutti cittadini verdi e piantatori di alberi? Magari. L’aumento degli alberi e della loro superficie non è collegato al rimboschimento ma piuttosto alla crescita dei terreni incolti, all’abbandono delle zone dove vanno a pascolare le mucche, alla scomparsa delle malghe. E così via. È un vero fenomeno di arretramento, di perdita di luoghi, di identità, e di un gigantesco spreco di potenziali risorse e di autentica biodiversità. Lo specchio dell’Italia insostenibile.

MANUTENZIONE DEI BOSCHI

Più è cresciuta la superficie dei boschi e meno e più è peggiorata la loro manutenzione, il surriscaldamento climatico poi fa il resto anticipando il periodo più a rischio incendi nelle zone boschive che, di solito, è tra fine novembre e fine gennaio. Terreni secchi, ricoperti di foglie secche non raccolte, rami bassi non potati che arrivano a terra, sottobosco e piante morte abbandonate: la miscela dell’incuria dei boschi diventa la piattaforma per i loro roghi.

Inutile dire che la manutenzione costa e andrebbe fatta con ordine e sapendo bene a chi è affidata: per i boschi esiste, in pratica, lo stesso problema dei tombini in città o dei torrenti nelle zone periferiche. In Italia, mentre tante famiglie di ex coltivatori di montagna lasciano la terra e i boscaioli stanno scomparendo, i soldi per la manutenzione degli alberi si sprecano disperdendoli in mille rivoli. Le comunità montane, il Corpo Forestale (distribuito in altri corpi, illudendosi di risparmiare e in realtà eliminando competenze utili), gli enti locali, dalle regioni ai comuni passando per le province. Tutti e nessuno.

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PREVENZIONE INCENDI BOSCHIVI

Una buona idea l’hanno avuta in Liguria, dove i boschi valgono quasi il 70 per cento del territorio e la loro cura è determinante anche per prevenire i danni delle frequenti alluvioni nella regione. Qui si è deciso di affidare, con gare pubbliche, a cooperative sociali, imprese agricole e aziende specializzate, la manutenzione di migliaia di ettari di faggete, castagneti e alberi da fusto.

PULIZIA BOSCHI

Un altro modo vincente per avere più manutenzione è non sprecare il valore, anche economico, dei boschi. Pensate l’assurdo: il 90 per cento del legno che utilizziamo, lo importiamo da paesi come l’Austria e la Svizzera che certo non sono dei distruttori di alberi e di territorio come noi. E gli stessi impianti a biomasse, un pezzo del futuro dell’energia sostenibile, girano con materia prima importata, mentre la nostra brucia e costa anche il conto salatissimo per spegnere gli incendi. La ceduazione, il periodico e necessario taglio per diradare i boschi, è scomparsa, ma nel frattempo il legno manca ovunque e i roghi si moltiplicano.

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