Elogio e convenienza della gentilezza

Siate sempre gentili e non ve ne pentirete. Ne guadagnate anche in salute. Essere gentili migliora l'umore e le relazioni. E allunga la vita di coppia

Mai come in questo momento abbiamo bisogno tutti, ma proprio tutti, di riscoprire e coltivare quella che Marco Aurelio, filosofo e imperatore romano, definiva “la gioia dell’umanità”: la gentilezza. Già, perché se è vero che i suoi tanti contrari, dalla maleducazione all’insolenza, dall’arroganza a varie forme e gradazioni di violenza, avvelenano la vita, è certo che la gentilezza l’arrotonda, la migliora, e la rende più dolce per tutti. Evitando così un grande spreco di rapporti umani prima che di comunità, sociali.

GENTILEZZA

La gentilezza è fatta di parole e di gesti. Di approcci e di codici. Non ci sono barriere e non c’è nulla di artefatto quando si diventa gentili, e questo modo di rapportarsi agli altri diventa così, naturaliter, uno stile di vita. Del quale poi non possiamo fare a meno, ed a quel punto avremo creato una barriera tra noi e la cafonaggine. Pensate al sale e al gusto: se vi abituate a mangiare con poco sale, rapidamente questa diventerà una delle vostre fondamentali abitudini alimentari. E starete a distanza da cibi salati e relativi rischi.

IMPORTANZA DELLA GENTILEZZA

Abbiamo bisogno di gentilezza, come un antibiotico, per curare il male a rischio contagio di un rancore che si è  sta allargando nella nostra vita quotidiana. Tra vicini di casa, come tra persone che condividono una strada con diversi mezzi di locomozione; tra cittadini che possono e devono avere opinioni diverse ma non per questo sono costretti a insultarsi quotidianamente ed a odiarsi; tra chi ce l’ha fatta e chi arranca. Tra singoli uomini e singole donne che hanno smarrito non solo il galateo, ma l’ethos della gentilezza. Quella leggera ma potentissima forza che fa la differenza nelle nostre relazioni, comprese le più intime, in famiglia, tra gli amici, con le persone che diciamo di amare.

CHE COS’É LA GENTILEZZA

La cosa più forte e più vera sulla gentilezza l’ha detta Goethe, molti anni fa, con una frase che dovremmo tutti scolpire nella testa: È una catena che tiene uniti gli uomini. La gentilezza sembra solo un gesto da galateo, da buona educazione, da persone di mondo: ma questo è riduttivo. La gentilezza è un ingrediente essenziale per tenere insieme le persone, a qualsiasi livello, per non sprecare il patrimonio di rapporti umani che possediamo, per vivere meglio con sé stessi e con gli altri.

Avete mai riflettuto davvero sul potere della gentilezza? Su quante cose possono cambiare, in meglio, nella nostra vita e in quella di chi ci circonda. Basta davvero poco per cogliere in pieno una serie di benefici, che vanno dalla qualità delle relazioni fino al benessere fisico. Benefici che spesso sprechiamo solo per stili di vita sbagliati, dove la gentilezza si eclissa.

Un esempio? Le maniere forti e rudi complicano, a lungo andare, la vita di coppia e la rendono insostenibile. Al contrario, come dimostra anche la ricerca degli psicologhi americani John Gottman e Robert Levenson, i piccoli gesti quotidiani, ispirati appunto alle buone maniere, rafforzano i legami, fanno sfumare le tensioni, rendono felici chi li riceve. In una parola: trasmettono amore.

VANTAGGI DELLA GENTILEZZA

È una parola chiave che sta tornando di moda: la gentilezza. Film, nuovi libri e perfino corsi per tutte le età. La mitezza si sta trasformando in un’arma vincente per sedurre e per convincere gli altri, laddove siamo stati abituati all’uso sempre più frequente della forza, della violenza prevaricatrice e del turpiloquio.

È stato ristampato l’Elogio della gentilezza di Adam Philips e Barbara Taylor (edizioni Ponte delle Grazie) ed ha riscosso molto successo Il piacere della gentilezza. Piccolo trattato sulla buona educazione nell’era glaciale di Bertrand Buffon (edizioni Ediciclo), che offre alcune indicazioni molto pratiche e utili.

Intanto si stanno moltiplicando perfino corsi per insegnare la gentilezza ed i suoi vantaggi. L’Associazione italiana Gentletude organizza corsi gestiti da volontari che spiegano perché la gentilezza, specie in tempi di Grande Crisi, conviene, aiuta a fare carriera, è un deterrente per smontare l’aggressività e suscita autenticità ed empatia.

PER APPROFONDIRE: La vita sempre di corsa,sempre in affanno, è una bella fregatura, come direbbe Seneca. Ecco come evitarla nel racconto di un libro imperdibile

BENEFICI DELLA GENTILEZZA

E ancora: la gentilezza migliora l’umore, l’empatia, le relazioni umane, e perfino la salute. Quando bevete il caffè al bar o quando uscite da un negozio per una commissione, ricordatevi di pronunciare sempre la parola magica: Grazie. E di rispondere Prego, se qualcuno a sua volta vi ringrazia. Mia madre mi raccontava che da ragazza nella sua scuola una delle materie sulle quali si concentrava l’attenzione dei professori si chiamava Buone maniere. Ovvero la capacità di essere gentili: in casa, con gli amici, al lavoro. Una capacità che abbiamo perso, smarrito.

Pensate quante volte vi capita nel corso di una giornata, magari più tesa del solito, di non essere gentili, di avere un atteggiamento da maleducati. Dalla famiglia al condominio, dalla strada ai mezzi di trasporto, nella vita quotidiana degli italiani si è consumata una vera deriva antropologica, della quale l’eclissi della gentilezza è forse la spia più evidente e più facile da misurare. Siamo diventati un popolo di cafoni. Chiedetevi, per esempio, quanto tempo passa dal momento in cui scatta il verde a un semaforo e la bussata di clacson di chi sta alle vostre spalle: frazioni di secondo. Salite su un treno alta velocità, affollato di gente perbene secondo lo status del portafoglio e del costo del biglietto, chiudete gli occhi, e ascoltate il rumore in sottofondo: l’urlo delle conversazioni con i cellulari, e chissenefrega del capotreno che, urlando anche lui, chiede di abbassare la suoneria dei telefonini.

PER SAPERNE DI PIÙ: Abbiamo cancellato l’urbanità, e siamo diventati cittadini cafoni. Violenti, rumorosi, litigiosi. Pronti a schiacciare un clacson con il semaforo giallo

GRAZIE, PER FAVORE, POSSO: SINONIMI DI GENTILEZZA

In pochi anni nelle nostre case, secondo una ricerca dell’associazione Gentietude che promuove uno stile di vita fondato sulle buone maniere, in quasi la metà delle famiglie italiane sono state rimosse le parole Grazie, Per favore, Posso? Cancellate. A rimetterle in campo ci ha dovuto pensare Papa Francesco che con il suo linguaggio diretto ha invocato, non solo per i cristiani, l’uso di tre parole per dare longevità alla vita matrimoniale. Grazie, Permesso e Scusa. Tre vocaboli che non siamo più abituati a pronunciare, quando chiediamo un’informazione in strada, quando spintoniamo qualcuno per la fretta di raggiungere un luogo (ma dove corriamo ogni attimo della nostra esistenza?), quando interrompiamo chi sta provando a parlarci, a comunicare oltre il muro dell’autismo dei nostri pensieri autoreferenziali ed egocentrici.

La deriva antropologica che ha spento la gentilezza è stata accelerata sicuramente da alcuni fenomeni, tutti concentrati nel tempo e negli effetti. C’è il peso di una crisi economica ormai al quinto anno abbondante, con tutte le incognite sul futuro e con un popolo che ha accumulato, come quelle batterie che si autoalimentano, rabbia mista a indignazione, invidia sociale mescolata con il risentimento. E dunque fine della gentilezza, anche come sentimento che lega una comunità, che la tiene insieme laddove il conflitto di interessi e di ruoli è naturale per definizione.

IMPORTANZA DELLE BUONE MANIERE

Poi stiamo pagando il conto di una perdita progressiva di senso, inteso come senso delle parole e senso civico. Il turpiloquio è all’ordine del giorno, nell’agorà del dibattito pubblico della classe dirigente nazionale, ovvero i talk show televisivi. Si insultano, senza un briciolo di pudore, senza mai pronunciare una parola di autocritica (per esempio: scusatemi), ministri, capi di aziende famosi e influenti e capipopolo improvvisati nel ruolo di capipartito, intellettuali alla moda, icone dello spettacolo e della cronaca rosa.Parlano come al bar quando qualcuno ha alzato il gomito, oppure come il tassista scatenato contro tutti e tutti: eppure loro, la compagnia di giro dell’Italia al comando vista attraverso il telecomando, sono la prima linea della classe dirigente del Paese.

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PAROLACCE SUL WEB

Con la televisione, e più della televisione, a seminare il nuovo linguaggio dell’insulto quotidiano ci pensa il web. Facebook serve anche a questo: a sfogare, magari in anonimato, l’istinto della rabbia contro e non per qualcuno, anche chi fino a ieri era il tuo idolo. Quanto alla perdita del senso civico, che gli italiani hanno sempre coltivato a basse dosi, abbiamo fatto un salto indietro, nel vuoto, dal 1958 quando Aldo Moro decise di introdurre come materia obbligatoria nelle scuole medie e superiori l’Educazione civica, ancorata non a caso all’insegnamento della Storia.

A colpi di riforme, controriforme e sperimentazioni, come l’idea astratta di introdurre corsi intitolati Cittadinanza e Costituzione, alla fine un risultato si è ottenuto: di fatto nelle scuole nessuno insegna ai ragazzi l’educazione civica, cioè la gentilezza della convivenza, l’importanza della cortesia, ai fini della qualità delle relazioni umane e sociali. Con il tuo vicino di banco oggi, con il tuo compagno di lavoro o con il tuo condomino domani.

ESSERE GENTILI CONVIENE

Per fortuna, come spesso avviene nelle crisi specie quando sono veramente grandi, il cambiamento passa per lo stretto sentiero dell’utilità. E così lentamente, sottotraccia, stiamo scoprendo che essere gentili conviene (tra l’altro non costa nulla) e non esserlo è uno spreco in termini di qualità della vita, sentimenti e salute compresi. Piero Ferrucci, filosofo e psicologo, in un famoso libro intitolato La forza della gentilezza (edizioni Mondadori), scrive: «La gentilezza non è un lusso, ma una necessità». Un concetto che oggi circola molto attraverso il canale di Internet, dove si stanno moltiplicando le condivisioni dei comportanti ispirati alla cortesia, le associazioni come Il “Movimento italiano per la Gentilezza” (www.gentilezza.it), e perfino i corsi sul web delle buone maniere, quelle che nella scuola reale sono state cancellate. Tempo al tempo e vedrete che la gentilezza tornerà di moda, di gran moda.

GENTILEZZA RAFFORZA SISTEMA IMMUNITARIO

Due ricerche dell’università di Oxford hanno messo a fuoco alcuni vantaggi importanti della gentilezza. Nel primo studio, viene dimostrato che essere gentili sia verso le persone alle quali siamo molto legati (amici, parenti, compagni di lavoro) sia verso gli estranei, aumenta i nostri livelli di felicità. E crea un effetto-contagio con le altre persone. Nel secondo studio, si dimostra come le persone che hanno compiuto, con frequenza, gesti e azioni gentili verso gli altri, si ritrovano con un sistema immunitario rafforzato.

FRASI CELEBRI SULLA GENTILEZZA

  • <Per quanto piccolo nessun atto di gentilezza è sprecato> Esopo

La grandezza della gentilezza è nella sua disarmante semplicità. Non servono gesti particolari, grandi opere, smancerie: bastano piccole cose. E nessuna è sprecata. Anche per un immediato effetto di ritorno: chi è gentile verrà ripagato con uguale moneta. Al contrario, alle persone scortesi si risponde anche in modo maleducato.

  • <La gentilezza è un segno di fede, e chiunque non abbia gentilezza, non ha fede> Maometto

Non sappiamo quanto ci sia di vero nell’attribuire questa splendida frase da credente a Maometto. Quello che però sappiamo, e lo vediamo anche frequentando un luogo di culto o ambienti che hanno un rapporto con le reti religiose, è che la gentilezza è incorporata nella fede. Anche per un motivo: credere significa riconoscere un’Autorità superiore e allo stesso tempo l’essenzialità delle relazioni umane: due cose che, senza gentilezza, non si possono coltivare.

  • <Solo le persone gentili sono veramente forti> James Dean

Da un’icona culturale, più che un attore, arriva questo parallelismo tra la gentilezza e la forza. Talvolta si fa confusione e si immagina che una persona gentile sia fragile, debole. Esposta al rischio di essere schiacciata dalla prepotenza altrui. È vero l’esatto contrario: la gentilezza è come una corazza, ci protegge dalle altrui fragilità, e in questo modo ci rende più forti.

COME IMPARARE AD ESSERE GENTILI:

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