Pannelli ultrasottili e addirittura tascabili: l’ultima frontiera dell’energia solare arriva direttamente dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston ed è una cella solare che si stampa sulla carta.
Una pellicola di celle solari spessa 100 nanometri è sufficiente per trasformare un foglio di carta in una vera e propria fonte di energia.
Al momento l’efficienza energetica di queste particolari celle solari è ancora molto bassa, solo l’1 per cento dell’energia solare diventa elettricità, ma la sperimentazione in corso punta a raggiungere il 4-5 per cento di efficienza in modo da avviarne presto la commercializzazione.
La ricerca costituisce infatti il primo passo verso una fonte di energia rinnovabile economica e leggera che, secondo i ricercatori, potrebbe essere adoperata entro due anni per qualsiasi uso. Le celle ultrasottili potrebbero essere applicate su uno zaino, su una valigetta, su un cappello oppure potrebbero essere semplicemente piegate e infilate in tasca in modo da essere utilizzate nel momento in cui se ne ha bisogno.
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Come spiega Andrea Maurano, ricercatore al Mit ma originario di Napoli: “Tutto potrà essere ricoperto con questo materiale , dai vestiti agli zaini, alle custodie che produrranno energia per alimentare il telefono che avvolgono. Le tende da campeggio e quelle delle finestre”.
In particolare, le celle vengono prodotte con una tecnica che non prevede l’uso di temperature elevate dannose e di liquidi corrosivi utilizzati invece nei metodi tradizionali. Lo strato inferiore e lo strato attivo, dove ioni caricati positivamente ed elettroni interagiscono per creare corrente elettrica, sono composti da elementi organici ampiamente presenti in natura come carbonio, ossigeno e rame.
Il substrato di carta è inoltre molto più economico del vetro: proprio il basso costo rende le celle particolarmente versatili.
Bastano poche ore per realizzare queste speciali celle che potrebbero rappresentare davvero il futuro dell’energia solare.
Ma non è tutto. Al Mit si lavora anche su celle solari che si basano sulla formula chimica delle plastiche e addirittura sulla realizzazione di foglie artificiali in grado di replicare perfettamente il processo di fotosintesi clorofilliana.
Decisamente, una vera e propria rivoluzione rispetto al classico pannello solare incastonato sul tetto o sui telai in alluminio.