Ecco il bestiario delle tasse

  Il fervore patriottico di un albergatore di Desio si è piuttosto raffreddato dopo la tassa di 280 euro che ha dovuto pagare per esporre il tricolore sulla facciata del suo hotel. La gabella sulla bandiera è il simbolo del sistema fiscale pronto a tassare ogni cosa raccontato da Confesercenti nel rapporto ‘Balzelli d’Italia. Fisco: […]

 

Il fervore patriottico di un albergatore di Desio si è piuttosto raffreddato dopo la tassa di 280 euro che ha dovuto pagare per esporre il tricolore sulla facciata del suo hotel. La gabella sulla bandiera è il simbolo del sistema fiscale pronto a tassare ogni cosa raccontato da Confesercenti nel rapporto ‘Balzelli d’Italia. Fisco: le cento trappole per imprese e famiglie’, un vero ‘Bestiario delle tasse italiane’ come lo definisce Marco Venturi, presidente dell’organizzazione.

LE TASSE DEL 1935 E QUELLE DEL 2020 – Ogni ambito della vita passata, presente e futura del Paese è infatti contemplata dal legislatore e ‘tartassato’. Se sopravvive così la tassa speciale per l’Abissinia sui carburanti (istituita nel 1935 per finanziare la guerra coloniale), guarda in avanti la nuova imposta sulle centrali nucleari – che non vedranno la luce prima di dieci anni. C’è un’imposta per ogni momento della vita dei cittadini, che sia gioioso come un matrimonio – che frutta al Comune di Sorrento 6 milioni di euro l’anno – o triste come un funerale – con tasse ‘macabre’ sul certificato di morte, sul trasporto del feretro e persino sui lumini del cimitero.

UN’IMPOSTA PER OGNI HOBBY – Se il fisco è ben presente nei momenti centrali della vita, non si lascia sfuggire nemmeno i piaceri quotidiani come la raccolta dei funghi, la pesca, il possesso di cani e persino una passeggiata in centro – con l’ecopass a pagamento di Milano. C’è una tassa per la musica nei locali e addirittura una per l’ombra (se con la sporgenza di una tenda, il proprietario ‘invade il suolo pubblico’) e una per le case con i gradini e i ballatoi.

NESSUNA PIETA’ – E’ un fisco ‘spietato’ quello descritto da Confesercenti, pronto a infierire sulle categorie sociali più svantaggiate come i disoccupati – con la tassa sui concorsi pubblici – o i portatori di handicap – che vedono tassato il trasporto aereo delle sedie a rotelle. Nessuna pieta’ neanche per i debitori, con le tasse sulle cambiali, e per chi fa ricorso alle Commissioni tributarie, che deve pagare per questo 24 euro ad atto.

NON SCAPPANO AL FISCO I CERVELLI IN FUGA – E’ tassata persino l’inventività’ con tre diversi balzelli sui brevetti. E se di fronte al terzo sistema fiscale più pesante dei paesi Ocse può venir voglia di emigrare, ecco che l’Agenzia delle entrate segue l’emigrante all’estero, per chiedergli conto del suo patrimonio, a rischio quindi di una doppia imposizione.

L’ONERE DELLA PROVA – Un sistema, per Confesercenti, pesante e macchinoso che costa alle famiglie e alle imprese soldi e tempo (sono 285 le ore di lavoro perse dalle piccole e medie imprese per gli adempimenti fiscali e burocratici). La situazione e’ aggravata dall’onere della prova che e’ a carico dell’accusato, al contrario di quanto avviene negli altri paesi secondo il rapporto di Confesercenti, e dal continuo moltiplicarsi dei balzelli. Ogni anno sono infatti oltre 60 mila le nuove disposizioni tributarie.

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