E se iniziassimo a usare meno l’auto?

Immaginate un grattacielo di cristallo di 87 piani, per un totale di 310 metri di altezza, piazzato nel cuore di una grande metropoli come Londra. Dentro e fuori c’è tutto, tranne una cosa: i parcheggi. A parte i 42 posti macchina riservati in gran parte ai portatori di handicap ed a soste veloci e occasionali. […]

Immaginate un grattacielo di cristallo di 87 piani, per un totale di 310 metri di altezza, piazzato nel cuore di una grande metropoli come Londra. Dentro e fuori c’è tutto, tranne una cosa: i parcheggi. A parte i 42 posti macchina riservati in gran parte ai portatori di handicap ed a soste veloci e occasionali. La Shard of glass sarà consegnata tra qualche mese e la firma dell’opera, che sorge nell’area della ex stazione  di London Bridge, è del nostro architetto Renzo Piano. «Fin dall’inizio, anche grazie all’insistenza del sindaco di Londra, Ken Livingstone, non abbiamo voluto parcheggi» commenta Piano «La scelta è stata chiara: più parcheggi si fanno e più macchine arrivano. Invece bisogna scoraggiare l’uso dell’automobile in città, e incentivare le alternative come i mezzi pubblici, la bicicletta e le belle passeggiate. A Londra lo hanno capito, speriamo che adesso inizino a capirlo anche in Italia….»

Già, l’Italia. Dalle nostre parti arrivano notizie sempre più sconcertanti sull’effetto dello smog nelle città. Nelle regioni del Nord, per esempio, muoiono ogni anno 7mila persone per questa causa apparentemente sconosciuta: è come se un intero comune scomparisse ogni 12 mesi per l’aria inquinata da quelle auto che ci fanno impazzire per il traffico, il parcheggio e la scarsa circolazione. In tutto il paese è stato calcolato il danno, per la collettività, delle polveri sottili: sprechiamo nove mesi della nostra vita. Gettati via per cattive abitudini e per una febbre dell’uso dell’automobile, al punto che ne abbiamo 60 ogni cento abitanti.

L’esempio del grattacielo di Londra, che diventerà un autentico prototipo della nuova urbanistica  e di come l’architettura si modella verso nuovi diversi stili di vita, non è un caso isolato. A New York sono oltre il 70 per cento gli abitanti di Manhattan che non usano la macchina. Preferiscono la metropolitana e l’autobus, o la bicicletta. E vanno a piedi, godendosi l’aria fresca e pulita dei parchi urbani. Agli inizi la decisione del sindaco di scoraggiare l’uso dell’automobile è stata molto contrastata, specie da parte delle associazioni dei commercianti. Poi, visti i risultati, sono stati gli stessi esercenti dei quartieri non pedonalizzati a chiedere all’amministrazione comunale di chiudere al traffico le loro zone. Il cambiamento funziona così: in un primo momento spaventa, poi diventa una necessità per tutti. Infine, nel conto dei vantaggi  di cittadini e centri urbani meno prigionieri delle auto, bisogna mettere il risparmio del carburante. E su questo versante, considerando quanto sta accadendo in Africa e in Medio oriente, le cose andranno sempre peggio: il pieno aumenterà ancora e toccherà nuovi record. Dunque, perché non fare come a Londra e New York? C’è la concreta possibilità di migliorare l’aria, vivere meglio e risparmiare soldi. Non è poco.

 

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