Due miliardi con l’abolizione delle province

una questione su cui si discute da anni, tra chi sostiene che le provincie possano offrire piu’ servizi ai cittadini e siano realta’ consolidate anche i in Europa, a chi invece ritiene che siano semplici divoratori di denaro pubblico. Le Province in Italia sono 110. Negli ultimi 20 anni ne sono state istituite quindici, mentre […]

una questione su cui si discute da anni, tra chi sostiene che le provincie possano offrire piu’ servizi ai cittadini e siano realta’ consolidate anche i in Europa, a chi invece ritiene che siano semplici divoratori di denaro pubblico. Le Province in Italia sono 110. Negli ultimi 20 anni ne sono state istituite quindici, mentre il progetto per le citta’ metropolitane, previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione, e’ rimasto ancora sulla carta.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha annunciato mercoledi’ 6 ottobre che l’abolizione delle amministrazioni provinciali farebbe risparmiare 100-200 milioni di euro l’anno.
L’Istituto Bruno Leoni, think tank torinese diretto dall’economista Alberto Mingardi, ha invece calcolato che il risparmio ottenibile sarebbe di gran lunga superiore alla cifra riferita dal capo del Tesoro: quasi 2 miliardi.

135 milioni e’ il solo risparmio “politico”
Secondo l’istituto, il solo costo “politico” delle province era di circa 115 milioni di euro nel 2004 ed e’ salito a 135 milioni nel 2010. In media, quindi, ogni Provincia costa al cittadino 1,1 milioni di euro l’anno. Ma si tratta solo di una voce, quella che riguarda i circa 4200 tra assessori e consiglieri eletti negli enti locali intermedi. E che costano dai 62 mila euro l’anno di un presidente di giunta ai 21 mila euro di un consigliere provinciale: in media ogni politico costa ai contribuenti circa 27.400 euro.
Dunque, se il livello amministrativo intermedio fosse tagliato (come peraltro prevedeva il programma del Popolo della Liberta’ alle elezioni politiche 2008), si otterrebbe una riduzione secca della spesa dell’ordine di grandezza indicato dal capo del Tesoro.
Ma i 135 milioni di euro sono poca cosa rispetto ai 16 miliardi di euro totali che costano le province.
meno dell’1%, ha spiegato a Lettera43 Silvio Boccalatte, docente di Economia all’Universita’ di Genova a autore del libro Aboliamo le province, anche se sulle tasche dei cittadini pesa di piu’ del budget della Camera dei Deputati o della regione. Per questo motivo, secondo Boccalatte, la soluzione sarebbe quella di spostare le competenze provinciali in regione, provvedimento che avrebbe di certo un vantaggio dal punto di vista dell’economie di scala. Togliere il livello politico, ricordano al Bruno Leoni, non significa infatti eliminare le funzioni che le Province oggi svolgono: non verrebbe meno la gestione delle strade, delle scuole e di altre importanti mansioni.

I risparmi maggiori da auto, viaggi e benefit
Analizzando i bilanci delle Province, pero’, molti altri risparmi si potrebbero ottenere, dalle auto blu ai telefoni cellulari, dagli affitti alle missioni all’estero.
Le spese di controllo e amministrazione ammontano a quasi 4 miliardi di euro, ha dichiarato a Lettera43 Andrea Giuricin, autore della ricerca, di cui poco piu’ di 2 miliardi per il personale. Assumendo di riallocare tutti i dipendenti in conseguenza dell’abolizione delle province (ma sapendo che, almeno nel lungo termine, il numero dei dipendenti pubblici potrebbe essere strutturalmente ridotto), si puo’ stimare un risparmio dell’ordine dei 2 miliardi di euro.

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