Diritto all’acqua potabile

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha), nel mondo circa 1,1 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e la diarrea resta la principale causa di malattia e morte e entro il 2025 le persone prive di accesso all’acqua salubre potrebbero arrivare a 2 miliardi. I piccoli "fagioli" Moringa oleifera, […]

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha), nel mondo circa 1,1 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e la diarrea resta la principale causa di malattia e morte e entro il 2025 le persone prive di accesso all’acqua salubre potrebbero arrivare a 2 miliardi. I piccoli "fagioli" Moringa oleifera, un albero molto diffuso e già utilizzato a fini alimentari, potrebbero rappresentare una soluzione ai problemi per l’acqua potabile di cui soffrono i poveri del mondo.

Michael Lea, un ricercatore della organizzazione canadese Clearinghouse – Low cost Water Treatment Technologies for Developing Countries, che nel 2010 ha pubblicato lo studio Bioremediation of Turbid Surface Water Using Seed Extract from Moringa oleifera Lam. (Drumstick) Tree, ha spiegato all’agenzia stampa umanitaria dell’Onu Irin che "la tecnica dei semi della Moringa oleifera può essere un metodo interessante, sostenibile e percorribile per riduirre le malattie idriche e può migliorare la qualità della vita di una gran parte dei poveri".

Lo studio di Lea sottolinea che "un metodo indigeno di trattamento delle acque adopera i semi della Moringa oleifera sottoforma di un estratto solubile in acqua in sospensione, risulta come un efficace agente naturale di chiarificazione per acque con torbidità elevata e non trattate di superficie e i patogeni. Una riduzione efficiente (dall’80 al 99,5%) della torbidità elevata produce un "aesthetically clear supernatant", normalmente accompagnato dal 90 al 99,99% (1 to 4 log) di riduzione della carica batterica. L’applicazione di questo protocollo low-cost Moringa oleifera viene consigliato per semplificare, point-of-use, il trattamento a basso rischio delle acque dove abitano popolazioni perii-urbane e rurali che vivono in estrema povertà e che attualmente bevono acqua molto torbida e microbiologicamente contaminata".

La Moringa oleifera, una pianta alta tra i 4 e i 10 metri, di origini indiane e diffusa in buona parte della fascia tropicale ed equatoriale del pianeta, cresce molto velocemente, è commestibile, nutriente e resistente alla siccità. Produce baccelli a sezione triangolare di 30-45 centimetri di lunghezza che contengono da 16 a 22 semi bruni simili a fagioli ma tondeggianti, molli e che possono essere facilmente macinati con utensili semplici come un coltello o una tazza. Irin sottolinea che "la possibilità di purificare l’acqua utilizzando delle tecniche così accessibili, se non ne esistono altre, rappresenta un potenziale considerevole per salvare delle vite".

Si tratta di una tecnica già attuata da secoli da alcune comunità sudanesi che utilizzano la Moringa sia come fonte di nutrimento sia per purificare l’acqua e negli ultimi anni sono stati avviati diversi progetti indipendenti di coltivazione della pianta.

Irin presenta il caso del villaggio di Breman Baako, in Ghana, dove la Moringa Community coltiva piantagioni che danno cibo a migliaia di persone. Abu Bakkar Abdulai, direttore per il Ghana della Moringa Community, sottolinea che "la Moringa è ricca di proteine e vitamine; la gente mangia le sue foglie ed utilizza i semi come spezia sul suo cibo. Ma noi abbiamo bisogno di acqua potabile, è per questo che ci sforziamo di far conoscere anche quest’altra tecnica alle comunità".

Secondo Kebreab Ghebremichael, un esperto di depurazione dell’acqua dell’Unesco, "se è vero che la tecnica ha del potenziale, è al livello volontario che è più appropriata. La tecnica è semplice ed a buon mercato ed abbastanza gente ha già questo albero nel suo giardino. Tuttavia, la Moringa grezza non può essere utilizzata in vasti sistemi idrici centralizzati… perché il contenuto organico dei semi può provocare dei problemi di gusto e di odore, se la si lascia per un certo tempo prima di consumarla".

La tecnica di depurazione con i semi di Moringa è particolarmente efficace per purificare l’acqua superficiale, come quella dei fiumi, dei ruscelli, dei laghi e delle acque stagnanti, ma non conviene per le fonti d’acqua sotterranee. La polvere di Moringa non sarebbe quindi in grado di risolvere il problema dell’avvelenamento naturale dell’acqua da arsenico, che colpisce molte popolazioni asiatiche.

"Questo metodo non è un miracolo – conclude Lea – Ma potrebbe servire in caso di emergenza o là dove la gente non ha alcuna risorsa per trattare l’acqua che beve".

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