Pronto soccorso, a Napoli scompaiono anche le barelle. I malati come i cani randagi

Il giorno dopo la visita del ministro Lorenzin, al Cardarelli si scopre che per i ricoverati in lista d’attesa non ci sono più neanche le barelle delle ambulanze. Dove devono aspettare?

DEGRADO OSPEDALE CARDARELLI NAPOLI –

Il giorno dopo la visita del ministro Beatrice Lorenzin a Napoli, con i suoi appelli sulla necessità di “arginare le liste d’attesa“, la verifica sul campo di due cronisti del Mattino, Marisa La Penna e Francesco Romanetti, ci fa scoprire un nuovo punto di abisso nell’assistenza sanitaria in città. All’ospedale Cardarelli, che ci ha abituato a vedere i ricoverati nelle corsie in attesa di una visita o di un intervento, abbiamo scoperto che non sono più disponibili neanche le barelle delle ambulanze: la domanda di ricoveri, incontrollata da un sistema demenziale, è talmente fuori dall’argine che i malati non possono aspettare il loro turno neanche sdraiati a terra.

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DEGRADO OSPEDALI NAPOLI –

La concentrazione delle cause di un disastro annunciato è nota da tempo. Le nuove regole  europee sui turni di impiego del personale hanno creato dei vuoti negli organici che si riflettono poi sul funzionamento dell’attività ospedaliera. Alcuni pronto soccorso sono stati chiusi, e anche giustamente, considerando che non davano alcuna garanzia di sicurezza e di efficienza: ma ancora non si capisce come e quando saranno riconvertiti per fare fronte alla domanda dei pazienti. Ospedali strategici, come il Policlinico e il Monaldi, continuano a sottrarsi al ruolo di attori della rete dell’emergenza, stracciando nei fatti, con protervia baronale, qualsiasi impegno preso in sedi pubbliche, compresi i forum organizzati da questo giornale. Aggiungete, infine, un effetto stagionale, che vede sempre alzarsi, in questo periodo, i picchi delle richieste da parte dei malati, e una cronica incapacità di alcuni manager di essere all’altezza delle loro responsabilità, e il quadro di un diritto alla salute, annunciato e negato, è completo.

Una vera vergogna, considerando anche la quantità di risorse pubbliche investite nella sanità a Napoli. Una vergogna da città incivile, dove la politica si arrende a qualsiasi negligenza, venendo meno così al suo fondamentale dovere di governare il territorio. Una realtà intollerabile, dove mai nessuno paga pegno per i suoi errori e il caos viene considerato endemico, un male incurabile. Mentre è sempre più evidente che questo sistema dell’assistenza e dell’emergenza, per funzionare, debba essere rovesciato come un calzino. Senza sconti, senza timidezze, senza la paura di perdere qualche voto o di pestare i piedi a qualche piccola corporazione. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, accompagnando il ministro Lorenzin nella sua visita, ha detto: <Entro fine maggio non ci saranno più lettini nei corridoi negli ospedali>. Per il momento, più che i lettini, al Cardarelli sono scomparse le barelle, ma resta lo scandalo di uomini e donne abbandonati in un’ospedale, il più importante del Mezzogiorno, come se fossero cani randagi.

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