Datagate: siamo tutti spiati quando navighiamo sul web? Email personali e aziendali, chat, sistemi di messaggistica istantanea, telefonate su Skype, condivisioni di file e fotografie via Dropbox vengono costantemente monitorati dal Grande fratello 2.0. E in italia qual è la situazione? E’ possibile difendere la propria privacy senza rinunciare ai nuovi strumenti di comunicazione? In questo video l’intervista ad Andrea Rossetti, docente di Informatica Giuridica all’Università di Milano Bicocca.
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“Ogni volta che entriamo dentro un sito – spiega Rossetti – lasciamo una traccia, e questa traccia può essere eventualmente usata contro di noi”. E riguardo ai modi per difendersi eventualmente, e tutelarsi, il docente risponde: “Il più banale di tutti è quello di non pubblicare sui social network dati personali che riteniamo altamente privati, perché in realtà non si conosce quale sia il grado di condivisione concesso a Google, Facebook o Microsoft”.