Industria del falso: i danni per l’Italia

I principali fornitori sono Cina, Hong Kong e Turchia. Si vende di tutto, mettendo a rischio anche la salute dei consumatori

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Pandemia, guerra, inflazione e recessione: persino in questi scenari l’unica industria che non conosce crisi è quella del falso. Gli ultimi dati presentati dall’Europol segnalano che nel 2019 l’Unione europea ha importato prodotti falsi per 119 miliardi di euro, e di questi il 68 per cento provengono da Cina e Hong Kong. Al terzo posto c’è la Turchia. Gli sprechi per l’Italia sono enormi. I produttori subiscono i danni della concorrenza sleale dell’industria del falso, e i consumatori corrono il pericolo di acquistare giocattoli tossici e persino farmaci privi del principio attivo.

DANNI INDUSTRIA DEL FALSO IN ITALIA

Addobbi di Natale? Comanda la Cina. Un’egemonia mondiale, che arriva fino dentro le nostre case, e si incarna negli alberelli, nelle palle, nelle stelle, nei presepi, con cui festeggiamo la più importante ricorrenza della tradizione e della cultura cristiana, la nascita di Gesù. Il 90 per cento delle decorazioni e degli addobbi natalizi venduti nel mondo, e quindi anche in Italia, sono rigorosamente made in China. Eppure appena l’1 per cento, una ristretta minoranza di cinesi, festeggia il Natale in quanto cristiani.

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PERCHÉ EVITARE PRODOTTI MADE IN CHINA

I rischi e gli sprechi legati a questo incredibile dominio commerciale (uno dei tanti…), e non solo, sono diversi. Innanzitutto c’è l’enorme inganno del rapporto qualità-prezzo, che nel caso dei prodotti made in China appare molto conveniente. Appare, ma non lo è affatto. Si tratta quasi sempre di prodotti realizzati con materiali molto scadenti e tossici. Prodotti che poi durano al massimo una stagione, un Natale, e al prossimo bisogna ricomprarli, fino a perdere qualsiasi forma di convenienza. Poi c’è l’aspetto estetico: un pastore realizzato a San Gregorio Armeno, nel cuore della Napoli più autentica, è un oggetto di alto artigianato, di ottima fattura, e molto bello da vedere. Un’opera quasi artistica. Costa di più, sicuramente, del pastore made in China, ma volete mettere? Quanto alla durata, il pastorello cinese si spaccherà al primo colpo, la creatura del presepe made in Naples vi potrebbe durare tutta la vita. Se poi vi capita l’addobbo natalizio made in China con colori, geometrie e forme della tradizione cinese, con tutto il rispetto per l’antichissima cultura cinese, la frittata è fatta, in quanto sono del tutto diverse dalle nostre. Terzo spreco: comprando addobbi e decorazioni natalizie made in China, in modo involontario, stiamo dando una bella spinta all’industria del falso. Questa sì un’autentica eccellenza cinese, rispetto alla cura e alla qualità dei prodotti made in Italy.

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DANNI ECONOMIA PRODOTTI FALSI

L’industria del falso è un enorme spreco per il sistema Italia e per ciascun consumatore, preso sul piano individuale. A tutti noi, come italiani, ci costa in un colpo solo la bellezza di 100mila posti di lavoro. Assurdo, con la crisi che abbiamo dal versante occupazionale. Quanto al conto economico, parliamo di un danno complessivo, per i paesi dell’Unione europea di 83 miliardi di euro e per la sola Italia più di 8 miliardi di euro. Cifre davvero astronomiche. Se, per incanto ma anche, purtroppo, per assurdo, si potessero azzerare, porterebbero il nostro Paese a vele spiegate verso quella crescita economica, sana e non drogata, che tutti invochiamo e aspettiamo da ormai troppo tempo. Almeno proviamo tutti insieme a ridurre questo gigantesco danno, con un piccolo intervento sui nostri stili di vita e dunque di consumatori consapevoli e responsabili.

RISCHI PRODOTTI FALSI

Uno dei tipici falsi natalizi, ovvero i giocattoli, da solo rappresenta un giro d’affari, secondo i calcoli di Euipo (l’Agenzia dell’Unione europea che tutela proprietà intellettuale) pari al 12,3 per cento di tutte le vendite del settore. E il celebrato made in Italy, una delle principali fonti di ricchezza del Paese e anche l’ancoraggio industriale e artigianale alla nostra migliore tradizione, perde ogni anno, per colpa dei falsi che noi acquistiamo, quasi sempre con sciagurata consapevolezza, qualcosa come 4,5 miliardi di euro nel settore dell’abbigliamento e delle calzature e oltre 53 miliardi di euro nel settore degli articoli sportivi. Per non parlare della perdita in termini di gettito fiscale, che nell’intera Europa vale 14,3 miliardi di euro. Oltre alla nota equazione in base alla quale meno tasse si pagano, evadendole, più se ne pagano come collettività, ovvero sulle spalle dei contributori onesti.

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LA MINACCIA ALL’ECONOMIA DELL’INDUSTRIA DEL FALSO IN ITALIA

Un danno per tutta l’economia. Un danno per l’occupazione. Un danno per le casse dello Stato. Se non bastano questi tre colossali sprechi a convincervi di non acquistare nulla dall’industria del falso, fatelo come precetto natalizio, allora ricordatevi anche del fatto che, con questo tipo di shopping, siete condannati a prendere qualche sonora fregatura. Girando a chi riceve il vostro dono. E qui lo spreco entra diretto nelle nostre tasche, di ciascuno di noi, e nella nostra sfera di persone responsabili. Il trucco consiste nel fatto che questi falsi sono sempre prodotti di pessima qualità, che durano molto meno degli originali e quindi devono essere sostituiti di frequente, e spesso sono realizzati con materiali privi di qualsiasi certificazione rispetto alle norme sulla sicurezza, e quindi molto rischiosi.

Quando compriamo un prodotto falso, quindi, ci illudiamo di risparmiare, ma in realtà stiamo spendendo di più e sprecando soldi. E per quanto riguarda il destinatario del regalo, non stiamo facendo alcuna sorpresa gradita. Anzi, a dirla tutta, lo stiamo fregando.

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