Crisi? non per il commercio equosolidale

Il commercio equo in Italia ha superato il 2009, l’anno in cui la crisi economica ha fatto sentire maggiormente i suoi effetti sulla contrazione dei consumi, con una sostanziale tenuta delle vendite. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale 2011 di Agices (associazione di categoria che monitora le Organizzazioni di fair trade italiane) presentato a Milano. Il […]

Il commercio equo in Italia ha superato il 2009, l’anno in cui la crisi economica ha fatto sentire maggiormente i suoi effetti sulla contrazione dei consumi, con una sostanziale tenuta delle vendite. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale 2011 di Agices (associazione di categoria che monitora le Organizzazioni di fair trade italiane) presentato a Milano. Il rapporto evidenzia come nel 2009 sia stata registrata una leggera diminuzione del fatturato (-0,64%) rispetto all’anno precedente. "Ma i primi dati relativi al 2010 presentano già segnali di ripresa", si legge nel testo.

 

Il commercio equo resiste e rilancia in Italia e nel Mondo – ll Commercio Equo e Solidale in Italia ha superato il 2009 con una sostanziale tenuta delle vendite. Il dato aggregato dei soci AGICES – 79 milioni e mezzo di euro – vede una leggera diminuzione del fatturato (-0,64%) rispetto al 2008 con differenze territoriali dovute ai contesti regionali o alla capacità delle varie Organizzazioni di fare fronte alle difficoltà. In questo scenario i dati mostrano che i ricavi da vendita di prodotti fair trade costituiscono il 91% del totale (72 milioni di euro): il restante 9% (in espansione rispetto al 2008) è rappresentato da vendita di prodotti non del commercio equo (economia sociale italiana, biologico, filiera corta) e da altri ricavi (donazioni, servizi). “Se stimiamo che il commercio equo italiano abbia un fatturato complessivo di circa 100 milioni di euro, allora possiamo dire che il 70% è all’interno di un sistema monitorato e certificato che si chiama AGICES. A questo si aggiunge il fatto che su circa 350 punti vendita del commercio equo esistenti in Italia, 270 (il 77%) sono gestiti dalle Organizzazioni Socie AGICES.” Alessandro Franceschini, Presidente AGICES A livello internazionale il Commercio Equo conosce una fase di generale espansione: i dati ufficiali di FLO (l’organizzazione internazionale che raggruppa i marchi di garanzia) dicono che nel 2009 le vendite Fair Trade nel mondo sono aumentate del 15%, oltrepassando i 3,4 miliardi di euro.

Il commercio equo investe in “buona occupazione” – Nel 2009 le Organizzazioni equo solidali hanno garantito uno spazio di lavoro a oltre 1.000 persone e investimenti a livello aggregato nazionale di circa 12 milioni e 800mila euro: in media le Organizzazioni hanno investito, per ogni lavoratore, circa 12mila euro. “E’ importante sottolineare che il dato di 12 mila euro all’anno in media per lavoratore tiene conto di tutte le tipologie di rapporto lavorativo, compresi i lavori occasionali. Inoltre nel commercio equo c’è ancora molta commistione tra lavoro e volontariato: in ogni caso non dobbiamo dimenticare che siamo partiti dal precariato totale per arrivare a gran parte della forza lavoro assunta”. Alessandro Franceschini, Presidente AGICES Si conferma la prevalenza di lavoratrici nel Commercio Equo (678): rispetto al 2008, la percentuale di donne (63%) è infatti aumentata del 2% arrivando a essere quasi il doppio rispetto a quella dei lavoratori. I dati confermano infine la volontà delle Organizzazioni di investire in occupazione stabile: la percentuale di contratti a tempo indeterminato rimane la più alta (40%) e se invece del numero di addetti si valuta il costo totale del lavoro delle Organizzazioni, emerge che il costo del lavoro dipendente pesa per l’84% del totale e i contratti a tempo indeterminato per il 77%.

Partecipazione e informazione – Con più di 28.000 soci e 4.700 volontari, le Organizzazioni socie AGICES si confermano come un grande movimento di cambiamento che nasce dall’impegno di molti cittadini che mettono a disposizione le proprie idee e il proprio tempo per contribuire a migliorare le condizioni di vita dei produttori del Sud del mondo. I volontari continuano quindi a essere una risorsa fondamentale per le attività economiche e di sensibilizzazione delle Organizzazioni di Commercio Equo e Solidale. “I nostri Soci contano in media 4 volontari per lavoratore, per un totale di circa 4700 persone regolarmente attive nel volontariato. Considerando i più saltuari, i volontari totali sono ancora di più. Il volontariato non è una fragilità del nostro sistema, ma un motore e una risorsa vitale senza la quale sarebbe insostenibile: la sfida non è sostituire volontari con lavoratore, ma professionalizzare i volontari.”Alessandro Franceschini, Presidente AGICES Il Commercio Equo mostra con forza e convinzione la sua doppia anima: oltre a costruire relazioni commerciali eque e paritarie con i produttori del Sud del mondo anche nel 2009 ha investito gran parte delle proprie risorse in attività di informazione e sensibilizzazione rivolte a cittadini, scuole e istituzioni. A livello nazionale questo si traduce in più di 900 mila euro investiti dai Soci AGICES per realizzare circa 11.600 ore tra attività didattiche, incontri pubblici, eventi, campagne.

 

 

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