Costa Concordia, in acqua detersivi e saponi più che a Marghera

Confermate le preoccupazioni del commissario all’emergenza, Franco Gabrielli; supportate dalle dichiarazioni sul tema del ministro dell’ambiente Corrado Clini. Le acque del Giglio sono già inquinate in maniera seria. E non sono petrolio e altre sostanze tossiche presenti a bordo a costituire per adesso un problema, ma i detersivi e i saponi della nave che si […]

Confermate le preoccupazioni del commissario all’emergenza, Franco Gabrielli; supportate dalle dichiarazioni sul tema del ministro dell’ambiente Corrado Clini. Le acque del Giglio sono già inquinate in maniera seria. E non sono petrolio e altre sostanze tossiche presenti a bordo a costituire per adesso un problema, ma i detersivi e i saponi della nave che si stanno sciogliendo nelle acque prospicienti all’Isola del Giglio.

La misura di quanto accaduto e sta tutt’ora evolvendo arriva all’ottavo giorno di controlli: nelle acque attorno alla nave – a giudicare dai prelievi fatti in quattro punti, esattamente a prua, a poppa e lungo le due fiancate – ci sono detersivi in quantità largamente superiore ad ogni norma.

I test li sta facendo il battello Poseidon, esono a cura dell’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana. Emerge che c’è già una concentrazione di tensioattivi di 2-3 milligrammi per litro. A bordo della Concordia, secondo una prima informazione girata all’Arpat dalla Costa, c’erano detersivi «per alcune centinaia di chili». E tutto quello che non era ben sigillato ora si sta evidentemente sciogliendo.

Vale la pena ricordare che il limite di 2 milligrammi di tensioattivi per litro è quello definito per legge per gli scarichi industriali. In questo momento il Giglio ha quindi un inquinamento superiore a quello delle aree industriali affacciate sul mare, un livello che per legge non dovrebbe mai essere superato quindi, per intendersi, anche nel mare vicino a Porto Marghera o Vado Ligure.

I biologi marini nell’arco di un mese porteranno a termine altri due tipi di test. Il primo, realizzato insieme all’istituto pubblico Ispra, si concentrerà sui sedimenti marini e su flora e fauna ittica. Il secondo, servendosi delle stazioni fisse di controllo posizionate all’Argentario, all’Isola d’Elba e al Parco dell’Uccellina, controllerà eventuali contaminazioni del mare nelle aree limitrofe all’Isola del Giglio.

Altro aspetto particolare della vicenda, infine, la Concordia era appena partita e aveva la cambusa piena. Tra i rifiuti che escono dalla nave ci sono quindi una quantità incredibile di materiali: sedie, materassi, stoviglie e tanto altro ancora. Gabrielli ha detto di aver inviato una lettera alla società Costa Crociere perché «provveda a produrre un piano di recupero rifiuti».

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