Carta dagli scarti di frutta e verdura

Ogni anno in Italia si consumano un milione di tonnellate di agrumi per succhi e bevande. Ma solo il 40 per cento finisce nelle bibite, il resto diventano rifiuti. E invece possono trasformarsi in carta, come avviene alla Favini, fabbrica nel vicentino

CARTA DA SCARTI DI FRUTTA E VERDURA

La frutta e la verdura (arance, olive, mandorle, kiwi, caffè, mais) una volta terminato il loro processo di lavorazione industriale, producono molti scarti che devono essere in qualche modo smaltiti oppure riutilizzati, divenendo, ad esempio, concime.

La cartiera Favini, originaria di Rossano Veneto, in provincia di Vicenza, ha pensato bene di dare nuova vita a questi scarti, tramutandoli in carta. Quella realizzata da Favini si chiama “Crush” ed è totalmente ecologica, come ecologico è il trattamento a cui gli scarti sono sottoposti, poiché l’energia utilizzata dalla cartiera è prodotta al 100% grazie alle turbine che trasformano la forza idrica in elettricità.

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CRUSH

Ogni anno in Italia per produrre succhi di frutta, si impiegano circa un milione di agrumi. Solo il 40% di questi serve a produrre bevande, perché la parte rimanente, cioè circa 600 mila tonnellate di prodotto, è considerata residuo di lavorazione. Tali avanzi sono importantissimi in ambito industriale. Le bucce, ad esempio, sono impiegate dalle aziende cosmetiche che ne estraggono le essenze; quelle che producono dolcificanti, invece, ne ricavano la pectina. Con le bucce inoltre si realizzano biocarburanti e pneumatici. Dopo il completo sfruttamento degli agrumi, Favini utilizza ciò che resta di essi, il cosiddetto “pastazzo”, considerato lo scarto dello scarto, che, se non tramutato in carta, andrebbe bruciato o diverrebbe pasto per animali. La carta “Crush” ha un impatto ambientale positivo, perché mira alla riduzione dell’utilizzo della cellulosa, che non solo provoca un massiccio disboscamento ma è notevolmente molto costosa.

“Crush” è composta per il 15% da scarti agroindustriali, per il 55% da fibra vergine e per il 30% da fibra riciclata post consumo. La cellulosa utilizzata nella lavorazione di questa carta proviene, infatti, da piantagioni gestite secondo gli standard del Forest Stewardship Council, una ONG senza scopo di lucro che si occupa della corretta gestione forestale e della tracciabilità dei prodotti derivati.

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RISTORANTE CARTA COMMESTIBILE

Se la cartiera Favini è rinomata per le sue bobine di carta ricavate dagli scarti alimentari, il ristorante olandese “De Culinarie Werkplaats”, grazie all’estro creativo della designer tessile Marjolein Wintjes e dello chef Eric Meuring, soci del locale, offre ai propri clienti la possibilità di gustare carta commestibile, realizzata con frutta e vegetali.

I rimasugli vengono opportunamente spremuti, poi il succo viene steso fino a formare degli strati molto sottili nei quali si inseriscono delle lamelle trasparenti di frutta e verdura. Dopo un accurato processo di disidratazione, se ne ricavano dei fogli che si possono mangiare, capaci di dare vita a dei piatti unici non solo nel gusto ma anche nel design. I fogli commestibili diventano involtini, o perché no, anche capi di abbigliamento e accessori ecologici.

(L’immagine è tratta dal sito web di Favini)

QUALCHE BUONA IDEA PER RICICLARE LA CARTA:

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