Contenitori in polistirolo per cibo banditi a New York: inquinano e non sono riciclabili

Sono oltre 20mila le tonnellate di polistirene espanso conferite ogni anno in discarica. Una cifra che richiede l’esborso da parte del Comune di circa 86 dollari per ciascuna tonnellata.

CONTENITORI IN POLISTIROLO PER ALIMENTI: LO STOP DI NEW YORK –

Stop all’utilizzo di contenitori in polistirolo per cibo e bevande nei ristoranti, nei fast food e negli alimentari di New York: secondo il Dipartimento della Salute, questo materiale non è ecologico ed inquina. È questa la decisione presa dall’attuale sindaco De Blasio e dall’amministrazione comunale e che diventerà operativa a partire dal prossimo luglio.

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IL PROVVEDIMENTO DI NEW YORK CONTRO I CONTENITORI IN POLISTIRENE ESPANSO –

Un provvedimento fortemente voluto anche dal precedente sindaco di New York, Michael Bloomberg, il quale, nel 2013, aveva chiesto ai ristoratori e ai commercianti di rinunciare all’utilizzo di questo genere di contenitori, una richiesta alla quale aveva fatto seguito uno studio sulla loro sostenibilità e dal quale è emerso che sono oltre 20mila le tonnellate di polistirene espanso conferite ogni anno in discarica. Una cifra molto elevata che richiede l’esborso da parte del Comune di circa 86 dollari per ciascuna tonnellata. A questo si aggiunge l’impossibilità da parte della struttura di Brooklyn incaricata di gestire il riciclaggio di assorbire questa enorme quantità di materiale.

Il divieto è stato così confermato ed ora entrerà definitivamente in vigore a partire dal mese di luglio prossimo. I contenitori in polistirolo, anche quelli utilizzati nelle mense scolastiche, dovranno essere sostituiti con materiali riutilizzabili.

L’UNICA DEROGA AL PROVVEDIMENTO –

Unica deroga quella per le aziende con un guadagno inferiore ai 500mila dollari che avranno l’opportunità di usufruire di deroghe nel caso in cui l’acquisto di contenitori ecologici dovesse causare loro un danno economico ingiusto.

Una decisione importante che ha trovato applicazione anche a San Francisco, Seattle e Portland e che speriamo venga messa in pratica presto anche in altre città e Paesi.

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