Uno strumento modernissimo per monitorare e proteggere in cetacei. Anche nel Mar Tirreno. Di solito viene usato dalla Guardia costiera per scovare pescherecci illegali, e invece...
Un mezzo potente e sofisticato, usato di solito per individuare i pescherecci illegali, e adesso messo a disposizione dalla Guardia Costiera per monitorare i cetacei del Tirreno. E salvarli dalle minacce di reti da pesca, crisi climatica e navi pirata.
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COME SALVARE LE BALENE
Il salvataggio delle balene passa così, anche in Italia, come in molte altre parti del mondo, per l’uso dei droni. Su un’area di 87.500 chilometri quadrati, dalle acque francesi di tolone alla costa ligure, alla Toscana e alla sardegna, i mammiferi marini vengono protetti da un drone, comandato a terra, e chiamato Tekever AR5 Evolution. Di solito usato dalla Guardia costiera per operazioni di soccorso, sorveglianza dei mari e individuazione di pescherecci illegali.
Il drone per salvare le balene è dotato di sensori a infrarossi, macchine fotografiche ad alta risoluzione, sistema radar marittimo, e di un’apertura alare di sette metri. Grazie a questo strumento, gli elementi che si possono conoscere sulle balene sono sempre più numerosi. E si è arrivati persino alla possibilità di un tampone, in grado di offrire tutte le indicazioni sullo stato di salute dei cetacei.
DRONI PER LE BALENE IN NUOVA ZELANDA
In Nuova Zelanda si è consumato il più gravo incidente ai danni delle balene: 600 sono rimaste spiaggiate nella baia neozelandese di Farewell Spit e solo 100 sono state salvate, grazie ai volontari. Per le altre 500 non c’è stato nulla da fare. Le cause dell’incidente? Tra le più probabili l’inquinamento acustico marino, legato al continuo movimento di imbarcazioni pesanti, e anche l’età avanzata delle balene. Un motivo in più per spingere gli esperti a studiare le balene durante tutto il loro ciclo di vita ed a salvarle anche grazie all’uso delle tecnologia, e in particolare dei droni, come avviene con il progetto dell’organizzazione no profit Ocean Alliance. Un’iniziativa che permette di studiare le balene senza infastidirle e senza invadere il loro ambiente naturale, attraverso i droni, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sui mammiferi marini e la vita nell’oceano ed individuare strategie per ridurne l’inquinamento e contrastare l’estinzione delle popolazioni di mammiferi marini.
COME EVITARE ESTINZIONE DELLE BALENE
L’impresa ha dell’incredibile: non appena la balena sale in superficie, il drone è in grado di raccogliere il loro soffio, il respiro delle balene. In quel soffio è contenuto infatti prezioso materiale biologico in grado di fornire informazioni importanti sulla salute dell’animale marino:dna, livelli ormonali, stress, eventuali infezioni. E conoscere queste informazioni permette agli esperti, in caso di necessità, di curare questi bellissimi esemplari, salvaguardando la specie. Non più prelievi di lembi di tessuto: grazie ai droni le informazioni vengono raccolte senza nessun impatto sugli animali e soprattutto, questo strumenti permettono di ottenere informazioni riguardo un numero più ampio di cetacei rispetto a quelli esaminabili con tecniche tradizionali.
E tramite i droni è possibile studiare anche i comportamenti delle balene, registrarne i segnali acustici con i quali interagiscono.
COME SALVARE LE BALENE:
I droni vengono azionati, da un ricercatore, su un’imbarcazione a una certa distanza dal punto in cui vi sono le balene: tra le specie più a rischio vi è quella che vive nei mari del Nord Atlantico, della quale rimangono solo 300 esemplari. La temperatura delle acque marine sempre più alta che causa una diminuzione della disponibilità di plancton e la pesca selvaggia, a poco a poco stanno portando questi meravigliosi animali marini all’estinzione.
COSA POSSIAMO FARE PER SALVARE LE BALENE
Per fare in modo che questo non avvenga, tutti noi possiamo fornire il nostro contributo ad esempio acquistando solo pesce e frutti di mare certificati con il marchio MSC della pesca sostenibile.
