Lo smartphone ci accompagna a destinazione con Google Maps. Ma la memoria e la privacy vanno a farsi benedire (foto)

Gli utenti nel mondo sono più di un miliardo, ma un terzo dei giovani sotto i 30 anni non sa più dire il loro numero senza consultare lo smartphone. E per il gigante Google, grazie alle mappe stradali, arriva altra pubblicità. Da incassare grazie ai nostri dati. Compresi i più riservati

TECNOLOGIA CAMBIA IL MODO DI RICORDARE
Le funzioni si aggiornano continuamente. Puoi arrivare dappertutto e la tua guida, che ti prende per mano e ti accompagna come il pastore tedesco con i ciechi, super tecnologica ti porta a destinazione. Salvo qualche incidente o qualche sorpresa che può sempre arrivare, anche con la più sofisticata delle innovazioni. Il monopolio del sistema di navigazione targato Internet ha un nome preciso: Google Maps. Arrivare a domicilio è solo una delle tante funzioni che si vanno continuamente a sommare con l’app numero uno della nostra mobilità. C’è anche, per esempio, il segnalatore dei sistemi di autovelox: così guidi sparato, e in prossimità del luogo dove potresti prendere una bella multa, vieni avvisato. O il limite di velocità che l’app ti indica per l’intero percorso da compiere. Tutto bene? Fino a un certo punto. Lo spreco è dietro l’angolo, è anche Google Maps è una meraviglia delle tecnologia che bisogna usare con una certa dose di sale nella zucca. Non alla cieca, per restare all’analogia del cieco accompagnato in strada da un pastore tedesco. Altrimenti possono arrivare guai, e non banali. 

La prima vittima illustre è stata un nipote di lady Diana. Sale su un taxi a Londra e chiede di essere portato  a Stamford Bridge, la zona dove si trova lo stadio del Chelsea,  e invece finisce nella cittadina di Stamford Bridge, molto distante dalla capitale inglese. Tutta colpa delle indicazioni ricavate da Google Maps che nel corso della sua giovane vita (la nascita risale al 2015) ha collezionato una serie di piccoli e grandi incidenti per i suoi utenti. Tutti noi. Forse questa storiella del nipote di lady Diana è leggenda da cronaca rosa più che un fatto realmente accaduto, ma certo è che Google Maps ha sfondato nelle nostre vite. Oggi 1 miliardo di persone, nel mondo, utilizzano questo servizio. Al momento, ma solo al momento come vi racconterò in questo articolo, del tutto gratuito.

TECNOLOGIA PERDITA MEMORIA

Partiamo da una premessa lapalissiana: i vantaggi di Google Maps sono enormi. Inutile andare ad elencarli tutti, si tratta comunque di un aiuto importante, prezioso, per trovare una strada, scoprire un ristorante, raggiungere un indirizzo, scegliere il percorso più conveniente. Obiezioni? Zero. Ma una volta messe in fila le straordinarie opportunità di Google Maps, noi che amiamo la vita davvero sostenibile, possiamo interrogarci sugli effetti collaterali di questa avanzata militare? Ci è consentito, anche qui come in tanti sprechi che denunciamo, a proposito dell’uso eccessivo degli smartphone e in generale delle nostre protesi elettroniche, di segnalare qualche rischio, ben più grave di una corsa in taxi pagata a caro prezzo per un equivoco da deficienza artificiale?

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I danni che sono davvero evidenti nell’uso compulsivo, e quindi nell’abuso, di Google Maps, possono ricondursi a una parola sola: la perdita di memoria. Da overdose di tecnologia. E in questo caso, anche di naturale orientamento, quando c’è un luogo da raggiungere. Non scherzo, e non esagero. Gli studi scientifici sono in continuo aggiornamento, ma parlano in modo forte e chiaro. Una tecnologia così spinta, per cui a ogni passo stradale, ma anche su un marciapiede, ci lasciamo accompagnare da Google Maps non fa altro che peggiorare le nostre capacità cognitive, a partire dai ricordi necessari, da vita quotidiana. Un numero per tutti: il 35 per cento dei giovani europei (in Italia la percentuale è molto simile, attorno al 30 per cento), sotto i 30 anni, non riescono più a dire il loro numero di cellulare senza consultare lo smartphone. Non lo hanno più nella testa: è scomparso, evaporato. D’altra parte, vi invito a fare un piccolo test sulla testa di ciascuno di voi: provate a dire quanti numeri di telefono di familiari, amici, compagni di lavoro, ancora ricordate a memoria. Li conterete sulla punta delle dita, se tutto va bene; per il resto, siete prigionieri dello smartphone. E anche di Google Maps. Mentre non secoli fa, ma appena qualche anno fa, ognuno di noi aveva in testa dai 50 ai 100 numeri di telefono. Tutti ben custoditi e protetti nella nostra memoria. E ognuno di noi non perdeva la testa e la pazienza, se doveva chiedere un indirizzo a un signore del quartiere o della città dove si trovava. Magari da una semplice domanda (“Scusi, sa dirmi per caso dove si trova….?) nasceva un contatto tra persone, e non tra uomo e macchina. Un sorriso, uno sguardo: cose autentiche, e non visioni sul web. E, perché no, nel tempo poteva anche maturare una nuova conoscenza e una nuova scoperta umana. Se permettete, in proposito, preferisco perdere qualche minuto in più e fermarmi da un giornalaio per chiedere un indirizzo, piuttosto che diventare uno zombie metropolitano che circola in auto, a piedi, e con qualsiasi altro mezzo, privato e pubblico, guidato dai fantasiosi colori di Google Maps.

TECNOLOGIA RIDUCE MEMORIA

Ancora peggio, a proposito di facoltà cognitive, è la perdita di memoria, a breve e lungo termine, Google Maps è un servizio di alta tecnologia, sempre più pervasivo ed efficace (pensate solo alle immagini satellitari dei luoghi da raggiungere), che ci ha trasformato in piccole comunità di dipendenti (metropolitani) da Google. Anche qui, lasciate perdere troppe statistiche e troppe ricerche, ma fate solo un esperimento sul campo. Vi trovate in un quartiere della vostra  città e state cercando la strada dove siete diretti, non sapete esattamente dove si trova. Iniziate a chiedere a qualche passante, oppure scendete dall’auto e andate in un bar, avrete sempre le stesse due risposte. Non sanno, risposta numero uno, oppure, se sono particolarmente gentili, risposta numero due, consultano per voi la rotta tracciata da Google Maps. La memoria di un luogo, e anche se volete lo sforzo per cercarlo e trovarlo, un ottimo esercizio di allenamento ginnico delle nostre capacità di ricordare, vanno a farsi benedire. Google Maps è padrone assoluto del campo, e della strada in questo caso. E’ un dittatore della viabilità.

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TECNOLOGIA CAMBIA IL MODO DI RICORDARE

L’altro aspetto che dovete tenere presente, a parte lo spreco della memoria, quando si tratta di tecnologie così sofisticate, così evolute e in evoluzione sotto il cappello magico intitolato Intelligenza artificiale, è la perdita completa della vostra privacy. Tutti possono sapere dove siete e quindi anche con chi siete. Anche Google Maps, come tutte le varie declinazioni di questa meraviglia tecnologica, non fa altro che ingoiare i vostri dati, i più personali, e metterli nel suo deposito. Diventano suoi, o di chi eventualmente li compra o li sottrae. Grazie a oltre cinquanta indicatori, attraverso questa sorta di pesca nella vostra vita privata (senza la quale la vita non è sostenibile ma insostenibile), Google è in grado di sapere anche quali sono i vostri gusti a tavola come le vostre intenzioni di voto. E anche qui, è interessante notare come il percorso dello spreco, in questo caso della privacy, è sempre più scivoloso verso un probabile burrone. Grazie al fatto che vi prende per mano e vi accompagna a destinazione, Google Maps è ormai pronta a sfruttare un altro rubinetto di guadagno per una società che, la cifra cambia sulla base delle oscillazioni di Borsa, ha un valore attorno ai mille miliardi di dollari. L’ingresso al ricco tavolo delle inserzioni pubblicitarie, dove spadroneggiano i giganti del web, nel caso di Google Maps, avviene dalla strada principale, e non dalla porta di servizio. In pratica, ciascuna mappa che Google Maps sforna all’utente, in ginocchio di fronte all’oracolo della sua protesi elettronica, viene arricchita da una serie di indicazioni e segnalazioni “sponsorizzate”. In pratica: cerchi una strada, segui il percorso scelto da Google Maps, ed è sempre lo stesso motore di ricerca che, con un’altra mano rispetto a quella di guida stradale, ti offre il più classico dei “consigli per gli acquisti”, la formula di rito con la quale Maurizio Costanzo lanciava le interruzioni pubblicitarie durante i suoi primi programmi nell’universo della tv commerciale. Sul vostro smartphone  saranno indicati, per esempio, una serie di esercizi, negozi, alberghi, o locali di varia natura, segnalati da Google Maps. Ovviamente a pagamento, con il conto pagato indirettamente anche da voi, visto che si  tratta di pubblicità generata (e pagata) in base alla vostra attività di utente  del servizio (teoricamente gratuito). Anche le mappe digitali, in pratica saranno sponsorizzate, e mentre la vostra memoria arretra, la capacità di orientarsi si appanna, le tasche dei signori azionisti di Google Maps si gonfiano. Con un’ennesima valanga di dollari e di euro, quei soldi, tutti guadagnati, per carità, ma spesso con una ridicola tassazione, che hanno trasformato una geniale innovazione tecnologica in uno degli imperi più potenti del mondo globale. Un impero economico, tecnologico, ma anche politico per il peso che esercita sulle nostre vite quotidiane.

COME RAFFORZARE LA MEMORIA IN MODO NATURALE

  1. Olio d’oliva (memoria visiva)
  2. Vino rosso (capacità cognitiva)
  3. Frutta secca, in particolar modo le noci (concentrazione)
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