Gli ordini da dare al cane per farsi ubbidire

Per insegnargli a stare seduto, iniziate con un premio. E per andare con il guinzaglio, fatelo partire seduto. Mai dire bugie

COME DARE ORDINI AL CANE

Come dare ordini al cane: mai dire bugie e conoscere bene l’uso delle parole-chiave. I cani capiscono quando non diciamo la verità, ed a quel punto ci identificano come persone inaffidabili e da quel momento non credono più alle nostre parole, e non prendono più sul serio neanche i nostri ordini. A questa interessante conclusione sono arrivati alcuni etologici della Kyoto University, guidati dal professore Akiko Takaoka, che hanno condotto un test molto approfondito su 34 animali.

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I CANI RICONOSCONO LE BUGIE

In pratica: i cani dovevano trovare il cibo sulla base dei suggerimenti e delle indicazioni ricevute. Ma se si trattava di consigli falsi, smettevano di cercare e non si fidavano più della parola ricevuta attraverso un comando. Dice Takaoka: «A questo punto possiamo dire con certezza che i cani sono in grado di valutare se una persona sia affidabile o meno. E possono farlo con una velocità superiore a quella dell’uomo. Hanno infatti un’intelligenza più sofisticata di quanto pensassimo, che si è evoluta nel corso della loro lunga storia a contatto con gli uomini». Un’altra ricerca, questa volta ci spostiamo all’università Messerli di Vienna, dimostra invece come i cani siano in grado di riconoscere rabbia, felicità e tristezza, leggendo le espressioni del nostro viso. E i cervelli canini possiedono delle aree deputate proprio all’elaborazione della voce grazie alle quali distinguono il tipo di emozione espressa con una parola. E, a proposito di parole, ci sono quelle chiave che i cani devono imparare per ubbidire.

SEDUTO

Tutto inizia sempre dalla parola Seduto. Il cane la impara più facilmente se all’inizio gli mostriamo una ricompensa, del cibo che stringiamo in una mano e che daremo al cane quando si siede secondo il nostro ordine.

AL GUINZAGLIO

Per abituare il cane all’uso del guinzaglio, fate in modo di partire per le vostre passeggiate sempre dalla posizione seduta. Cercate di evitare che il cane vi superi, non stringete troppo il guinzaglio, parlate con il cane. E lasciatelo libero ogni volta che potete.

A TERRA

Anche qui vale la stessa regola della parola Seduto. Una piccola ricompensa, da consegnare al cane appena ubbidisce al vostro comando.

LASCIA

Ai cani piace molto il gioco del riporto. Lanciate un oggetto a distanza, il cane lo va a prendere e poi ve lo riporta. A quel punto deve consegnarlo, e qui scatta il vostro ordine: Lascia. Se il cane non ubbidisce, sdraiatevi a terra, mettete il palmo della mano sul pavimento, e ripetete il vostro comando. Prima o poi il cane ubbidirà, specie se sarete capace di convincerlo con qualche coccola. Fa parte del gioco.

VIENI

Durante una passeggiata può essere necessario usare la parola Vieni per far tornare il cane al punto di partenza. La parola va sempre abbinata al nome del cane e ripetuta più di una volta se l’animale dovesse fare qualche resistenza. Senza inutili urla.

ZAMPA

Un altro modo per giocare con il cane è usare la parola Zampa. Cercando di fare in modo di avere la zampa del cane, come se fosse un saluto. Il cane imparerà molto facilmente questo comando, specie se le prime volte useremo il solito metodo di un piccolo premio.

COME PUNIRE UN CANE CHE NON ASCOLTA?

Un cane che non ascolta non deve essere punito con urla e tantomeno alzando le mani. Sarà sufficiente ignorarlo, e il cane capirà benissimo di avere fatto qualcosa di sbagliato, e non dargli le solite attenzioni alle quali è abituato.

COME ADDESTRARE UN CANE

I ricercatori viennesi hanno fatto lo stesso esperimento su 11 cani e 22 persone: tutti addestrati a rimanere fermi in un apparecchio di risonanza magnetica per ascoltare 220 brani di vocalizzazioni umane, canine e ambientali. In entrambe le specie, senza differenze significative, l’attività celebrale opera in modo simile in relazione al tono e al suono ascoltato. Dunque, i cani sono bravissimi a entrare in sintonia con i sentimenti dei loro padroni.

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