Cibo, no spreco ma risorsa

Raccogliere cibo in eccedenza non consumato e distribuirlo a coloro che vivono in condizioni di disagio. questo lo scopo della “rete alimentare cittadina”, il nuovo progetto del Comune di Roma che, a partire da febbraio, punta a trasformare in risorse gli sprechi di cibo che avvengono in molte realta’ della capitale (come supermercati, alimentari, mercati […]

Raccogliere cibo in eccedenza non consumato e distribuirlo a coloro che vivono in condizioni di disagio. questo lo scopo della “rete alimentare cittadina”, il nuovo progetto del Comune di Roma che, a partire da febbraio, punta a trasformare in risorse gli sprechi di cibo che avvengono in molte realta’ della capitale (come supermercati, alimentari, mercati rionali, mense scolastiche e aziendali, ma anche nelle carceri).

Il progetto e’ stato presentato in Campidoglio dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso, e dal presidente di Banco alimentare del Lazio onlus, Antonio Abbate. L’iniziativa fa seguito alla sottoscrizione, avvenuta lo scorso anno, del protocollo d’intesa finalizzato a individuare risposte concrete al disagio che la congiuntura economico-finanziaria globale reca a singoli e famiglie. La prima fase del progetto prevede la mappatura del territorio romano, con l’individuazione dei soggetti fragili e delle realta’ erogatrici di cibo.

Attraverso la pianificazione dei collegamenti svolta da Banco alimentare, la “rete alimentare cittadina siticibo” (dal nome del progetto speciale del Banco alimentare, ndr) sara’ in grado di mettere in contatto la domanda e l’offerta di cibo, usufruendo del supporto di una sala di coordinamento, che impartira’ le istruzioni operative necessarie ed interverra’ immediatamente in caso di bisogno.

La distribuzione sara’ a cura di operatori messi a disposizione dagli enti assistenziali, che garantiranno tempestivita’ nei tempi e mantenimento della catena di conservazione dei prodotti, secondo le norme vigenti in materia di igiene degli alimenti. La formazione degli operatori, che fa parte integrante del progetto, consentira’ di evitare il ricorso ad agenzie di distribuzione esterne, con un notevole risparmio dei costi per le casse dell’amministrazione che, per l’avvio e la gestione delle attivita’, impegna circa 200.000 euro.

Il progetto prendera’ il via, sperimentalmente, in tre municipi (I, XII e XVIII), per poi ampliarsi fino a coprire, nell’arco di tre anni, l’intero territorio romano. Si stima che, una volta a regime, attraverso questo sistema sara’ possibile recuperare ogni giorno almeno 10.800 pasti, per un valore complessivo di circa 40.000 euro (ovvero 2,5 milioni di pasti all’anno, per un totale di 8,3 milioni di euro annui).

“Ogni giorno – ha dichiarato l’assessore Belviso – interi sacchi di cibo fresco finiscono nel cesto della spazzatura. Uno spreco che puo’ essere evitato attraverso una migliore educazione alimentare, ma soprattutto puo’ diventare una risorsa, se dirottato verso quelle situazioni di disagio sociale che l’attuale crisi economica globale vede coinvolte, in particolare anziani e famiglie. Il sistema – ha aggiunto l’assessore – sara’ ‘a raggiera’: ci sara’ una centrale operativa e 19 cellule nei territori, il tutto gestito dal Banco alimentare”. C’e’ inoltre il “sistema sommerso costituito da quelle persone che si vergognano a rivolgersi ad una mensa; per questo – ha concluso Belviso – anche le parrocchie potrebbero svolgere un ruolo importante”.

“Questa iniziativa – ha dichiarato il presidente Abbate – e’ un riconoscimento all’attivita’ che il Banco alimentare svolge quotidianamente da anni per venire incontro alle esigenze dei piu’ bisognosi, attraverso la redistribuzione delle derrate alimentari in eccedenza. La collaborazione con il Comune di Roma ci consentira’ di mettere a punto un modello di riferimento importante di condivisione dei bisogni dei piu’ poveri, attraverso l’eliminazione degli sprechi in realta’ urbane particolarmente complesse, come quella romana”.

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