Certificazioni energetiche “low cost”: gli ordini professionali insorgono

Da tempo gli Ordini delle professioni tecniche – al centro della bufera governativa sulle liberalizzazioni – denunciano il proliferare di offerte low cost in materia di certificazione energetica degli edifici, Specialmente su internet, dove per le Attestazioni di Certificazione Energetica (ACE) si possono addirittura trovare offerte come quella su Groupon, un sito specializzato nella ricerca […]

Da tempo gli Ordini delle professioni tecniche – al centro della bufera governativa sulle liberalizzazioni – denunciano il proliferare di offerte low cost in materia di certificazione energetica degli edifici, Specialmente su internet, dove per le Attestazioni di Certificazione Energetica (ACE) si possono addirittura trovare offerte come quella su Groupon, un sito specializzato nella ricerca dei prezzi più stracciati in qualsiasi settore: “39 Euro invece di 350 per la certificazione energetica di un’abitazione, con sopralluogo e rilascio del certificato energetico”, si legge nell’offerta.

Eppure la certificazione energetica è un documento importante, che non andrebbe svenduto come un paio di scarpe nei saldi: in attuazione della Direttiva Europea 2002/91/CE (la "Energy Performance Building Directive") l’Attestato di Certificazione Energetica deve essere messo a disposizione di tutti gli interessati in fase di costruzione, compravendita o locazione di un immobile. Nel documento devono essere riportati “dati di riferimento che consentano ai consumatori di valutare e raffrontare il rendimento energetico dell’edificio” e “raccomandazioni per il miglioramento del rendimento energetico in termini di costi-benefici”. Gli edifici di nuova costruzione e quelli esistenti sottoposti a ristrutturazioni importanti, infatti, devono soddisfare requisiti minimi di rendimento energetico, così da monitorare “la quantità di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi ad un uso standard dell’edificio, compresi, fra gli altri, il riscaldamento e il raffreddamento”.

La Direttiva Europea, recepita anche in Italia, ha come obiettivo la diminuzione dei consumi energetici, il risparmio di energia primaria, l’introduzione di nuovi standard progettuali e la riduzione delle emissioni di CO2 .In alcune regioni italiane, però, non è ancora stato istituito un elenco dei certificatori, e tra una regione e l’altra ci sono troppe differenze normative che facilitano il gioco al ribasso.Per questo Sacert (ente di certificazione delle competenze dei tecnici certificatori energetici accreditato da Accredia) ha lanciato la campagna sOFFRIAMO A BASSO COSTO, contro le Attestazioni di Certificazione Energetica offerte a prezzi stracciati. Sacert ha deciso di intraprendere “azioni di denuncia di chi svilisce lo strumento della certificazione energetica, nell’interesse del cittadino, della comunità, del mercato dell’edilizia e del mercato immobiliare prima ancora che nell’interesse del tecnico certificatore energetico.”

Giuliano Dall’O, direttore generale di Sacert ha inviato una lettera a tutti i tecnici certificatori in cui afferma: “Non occorre essere grandi esperti per capire che ci sia una assoluta incompatibilità tra l’impegno minimo richiesto per redigere un attestato di certificazione energetica corretto e il costo al quale vengono sempre più spesso proposte le certificazioni (anche al di sotto dei 40-50 €)”. “I costi inadeguati – aggiunge Dall’O – con i quali si stanno proponendo le certificazioni energetiche contribuiscono a trasmettere un’informazione eticamente molto scorretta: che la certificazione in fondo altro non sia che un foglio di sul quale ci può essere scritto di tutto”. “Un certificato energetico di qualità, invece, rappresenta innanzitutto una garanzia per chi acquista o prende in affitto un alloggio che affida sempre di più le sue scelte proprio su questo importante documento”. Sacert raccoglierà le segnalazioni sui casi di certificazioni proposte con prezzi “anomali” per poi informare gli Ordini professionali, gli Enti di accreditamento dei certificatori energetici e le associazioni di consumatori.

L’Ordine degli Architetti di Torino è stato tra i primi ad intervenire: “La legge regionale del Piemonte, ammettendo alla professione di certificatore anche laureati non iscritti agli Ordini, abilitati mediante un semplice corso di 50 ore, ha aperto la strada a tecnici le cui competenze non sono certificate e che non rispondono a nessuno del loro operato, sotto il profilo deontologico”. “L’articolo 2233 del Codice Civile” stabilisce che "la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione". I risultati di una verifica più approfondita della Regione Piemonte, ottenuta con l’analisi a campione, hanno evidenziato molte pratiche scorrette. "I dati – fanno sapere dall’Ordine di Torino – sono decisamente preoccupanti, specialmente per chi ha agito al di sotto delle direttive tariffarie, malamente e frettolosamente e con scarsa considerazione delle responsabilità che andava assumendosi". Ora questi architetti dalla "certificazione facile" si troveranno a rispondere pecuniariamente sulla base non già del prezzo praticato, ma, della vidimazione della parcella effettuata dall’Ordine, decisamente più salata.

In precedenza già Ance Veneto, l’associazione dei costruttori edili veneti, aveva lanciato l’allarme: secondo i dati in suo possesso, infatti, non solo una certificazione su due non sarebbe veritiera ma, in molti casi, la certificazione energetica sarebbe addirittura falsa. Laura Gianetti, presidente dell’Ordine degli Architetti di Varese (altro organismo sollevatosi in rivolta) è tranchant sulla questione: “Che credibilità può avere un professionista che mette all’asta le proprie prestazioni? La professionalità, la competenza, l’esperienza non hanno alcun valore? Una certificazione energetica richiede conoscenze, competenze e professionalità tali da non poter essere messa in saldo a prezzi stracciati”.

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