Case piccole e “verdi” ecco le città ecologiche

LONDRA – Le citta’ del futuro saranno bruttine, ecologiche e lillipuziane. Le prime quattro verranno ultimate nel 2016 in Gran Bretagna, e conteranno ognuna 2500 case, tutte a consumo zero, poiche’ dotate delle ultime tecnologie sul risparmio energetico. Ad ogni angolo di strada sara’ inoltre possibile ricaricare le auto elettriche, ovunque si potra’ prendere in […]

LONDRA – Le citta’ del futuro saranno bruttine, ecologiche e lillipuziane. Le prime quattro verranno ultimate nel 2016 in Gran Bretagna, e conteranno ognuna 2500 case, tutte a consumo zero, poiche’ dotate delle ultime tecnologie sul risparmio energetico. Ad ogni angolo di strada sara’ inoltre possibile ricaricare le auto elettriche, ovunque si potra’ prendere in prestito una bicicletta e i servizi pubblici copriranno capillarmente ogni centimetro quadrato dei nuovi centri urbani. Quanto costera’ edificare questi avveniristici agglomerati “verdi”? Il primo ministro Gordon Brown, che si e’ detto fortemente convinto dell’utilita’ del progetto, ha appena stanziato l’equivalente di 280 milioni di euro.

Lo scopo delle “eco-towns”, cosi’ sono state battezzate dalla stampa inglese, e’ anzitutto didattico: i fortunati abitanti delle case pionieristiche dovranno servire da esempio agli altri cittadini del paese. In Inghilterra, infatti, oltre un quarto delle emissioni di CO2 proviene dell’energia di uso domestico. Ora, come ha spiegato Brown, “per ridurre l’impatto delle attivita’ umane sul clima, ognuno di noi sara’ primo o poi costretto a risparmiare sui bisogni di acqua, elettricita’ e riscaldamento”. Per questo motivo, nelle quattro nuove citta’ e’ previsto un consumo energetico bassissimo: ogni villetta sara’ ricoperta di pannelli solari, avra’ doppi vetri isolanti e disporra’ di un sistema per il riciclo delle acque.

In realta’, i piani edilizi di Gordon Brown erano ben piu’ ambiziosi. Se non ci fosse stata un’alzata di scudi da parte di numerose associazione che tutelano il paesaggio, il premier avrebbe chiesto di costruire non diecimila bensi’ centomila case ex novo nelle campagne inglesi. Perche’, gli hanno chiesto gli attivisti, non concentrare piuttosto gli sforzi e i finanziamenti su le circa ottocentomila case che sono state abbandonate nei decenni? Il ministro delle Infrastrutture, John Healey, s’e’ difeso sostenendo che “il cambiamento climatico e’ una sfida che riguarda tutti e che le “eco-towns” rappresentano il modo per vincerla. Per ogni famiglia che vi andra’ ad abitare prevediamo un risparmio di circa 600 euro l’anno”.

Ma c’e’ ultimo scoglio che dovra’ superare il governo di sua Maesta’. Sono le associazioni locali, chiamate ad esprimere un parere vincolante sulla costruzione delle citta’ ecologiche. Molte di loro si sono gia’ schierate contro. Temono, in particolare, una carente urbanizzazione stradale attorno ai nuovi insediamenti, e di conseguenza l’intasamento delle vie di comunicazione gia’ esistenti. Altri, invece, si preoccupano delle conseguenze sulla fauna. “Tutto questo – dice il sindaco di un antico paesino della Cornovaglia – per consentire a pochi eletti di avere in cucina un pannello luminoso che indica a che ora passa il prossimo autobus”. E’ difficile non condividere il suo scetticismo.

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