Carte di credito: non lasciatele in mano ai ragazzi. È diseducativo e controproducente

In alcuni paesi, come la Nuova Zelanda, più di un terzo dei giovani tra i 13 e i 18 anni usano regolarmente la carta dei credito. I debiti poi arrivano sul conto di papà. Nulla di più sbagliato. Meglio l’uso di carte prepagate con un tetto di spesa.

CARTE DI CREDITO PER I GIOVANI –

La finanza, specie nella sua versione più rapace, inventa sistemi sempre più sofisticati per indurre allo spreco, alla spesa facile, a un uso compulsivo del denaro. Loro, in fondo, fanno il mestiere per il qualche sono pagati, anche profumatamente: ma noi?

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CARTE DI CREDITO PER STUDENTI –

Un modo piuttosto corrente di risolvere il problema è quello di abbinare le spese dei figli, attraverso la concessione di una carta di credito anche quando sono minorenni, ai conti correnti dei genitori. Funziona così: il figlio riceve una carta di credito, che viene utilizzata  come quella dei genitori, firma le ricevute di pagamento per ciascuna spesa e l’addebito arriva direttamente sul conto del padre. In Nuova Zelanda, solo per fare un esempio, il 33 per cento degli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, in età compresa tra i 13 e i 18 anni, usano normalmente la carte di credito. Nulla di più diseducativo. È un modo improprio di allontanare i figli da qualsiasi responsabilità gestionale (tanto alla fine il conto lo paga papà) e di non trasmettere il senso, e dunque il valore, del denaro.

CARTE PREPARAGATE PER I GIOVANI –

Molto meglio, invece, l’uso di carte ad hoc, per i giovani, generalmente prepagate, con limiti non troppo alti. Almeno sanno che possono spendere ogni mese fino a una certa cifra, e non devono superarla.

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