Carmen Consoli a impatto zero

«Ridatemi i vuoti a rendere e le foglie di fico d’India»: è l’appello scherzoso, ma non troppo, di Carmen Consoli per la Giornata Mondiale della Terra. L’altro giorno, per celebrarla, la Cantantessa catanese si è esibita a Roma con la sua «idola di sempre» (come la definisce lei) Patti Smith.   OAS_AD(‘Bottom1′); // ** variabili […]

«Ridatemi i vuoti a rendere e le foglie di fico d’India»: è l’appello scherzoso, ma non troppo, di Carmen Consoli per la Giornata Mondiale della Terra. L’altro giorno, per celebrarla, la Cantantessa catanese si è esibita a Roma con la sua «idola di sempre» (come la definisce lei) Patti Smith.
 


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// ** variabili da modificare **//

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// ** versione flash standard. Modificare se necessario ** //

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var clicktag = “?clicktag=”;

//

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var flashActiveX = new ActiveXObject(“ShockwaveFlash.ShockwaveFlash.” + MM_contentVersion);
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//axo.AllowScriptAccess = “always”; // throws if player version < 6.0.47
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document.write(' n’);
document.write(“function “+TFSMFlash_OASADID+”_DoFSCommand(){ window.open(‘”+TFSMFlash_OASCLICK+”‘); }n”);
document.write(‘ n’);
document.write(‘ n’);
document.write(‘on error resume next n’);
document.write(‘Sub ‘+TFSMFlash_OASADID+’_FSCommand(ByVal command, ByVal args)n’);
document.write(‘ call ‘+TFSMFlash_OASADID+’_DoFSCommand(command, args)n’);
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document.write(TFSMFlash_PRETAG+’'+TFSMFlash_OASALTTEXT+'‘+ TFSMFlash_POSTTAG);
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}

E l’adesione di Carmen non è stata formale. L’amore per la natura viene da molto lontano: «Sono una ragazza di campagna, "bio" ante-litteram. Mio padre era un agronomo e amava gli alberi. Mia madre è sempre stata un’appassionata di giardinaggio. Quand’ero piccola, mangiavamo le foglie di fico bollite, le cotolettine di soia di oggi per intenderci. I tuorli d’uova che prendevamo direttamente dal pollaio erano gialli davvero e non pallidi come quelli del supermercato. E al mattino passavano i muratori per raccogliere le bottiglie che andavano poi a riciclare per cinquanta lire l’una». L’attitudine «campestre» (e quindi ecofriendly) Carmen se l’è poi portata anche in città, quando da grande vi si è trasferita, prima a Catania e poi nelle sue varie peregrinazioni tra Roma, Milano e Parigi. «L’attenzione per l’ambiente – dice – è la mia più grande preoccupazione e cerco di trasferirla anche nei piccoli gesti». In primis, la raccolta differenziata: «Ho un bidone per ogni tipo di rifiuto ed ognuno di colore diverso: oltreché utili, mi fanno anche simpatia». Poi l’acqua, Carmen cerca di non sprecarne una goccia: «Bevo solo quella del rubinetto. E nelle mie case di Catania e Roma ho messo un impianto che convoglia l’acqua della doccia nello scarico centrale». L’auto? Manco a parlarne: la Cantantessa si muove solo «a piedi o coi mezzi pubblici. Calcolo il tempo che devo impiegare per raggiungere un posto e casomai mi muovo prima. Solo in situazioni estreme prendo il taxi».

E siccome «siamo quello che mangiamo», proprio al cibo Carmen Consoli presta particolare attenzione: «Noi siciliani in generale mangiamo poca carne. Quando mi vien voglia, cerco sempre quella a "chilometro zero", ovvero nei luoghi in cui viene prodotta. Non si faccia spaventare chi vive in città. A Milano come a Roma, basta uscire solo un attimo e la si trova facilmente. Penso al Lodigiano o ai Colli». Altrimenti, se non si ha tempo, c’è sempre il «buon "bio". Anche se trovo costi ancora troppo, non è alla portata di chiunque. E invece dovrebbe». Un’altra azione «ecoamica» della cantante è piantar alberi, ogni volta che può: «Io e mia madre abbiamo un pezzo di terra vicino a Catania. Ogni anno vi innestiamo almeno una decina di ulivi. Privato o pubblico, chiunque ne abbia facoltà, deve sempre piantare alberi».

Insomma Carmen Consoli non lascia nulla di intentato, nel suo quotidiano, per non recar danno al Pianeta: «Da piccola sognavo che il progresso avrebbe migliorato l’ambiente e che questi anni Duemila sarebbero stati favolosi. Poi mi son resa conto che progresso e sostenibilità sono ancora un ossimoro». Ma soprattutto, conclude, qualsiasi slancio «ecologico» noi si abbia, a poco serve se non vi è un cambiamento radicale anche in chi ci governa: «Ci sono 90 ordigni nucleari sul suolo del nostro Paese: Fukushima ci ha insegnato che qualunque misura di sicurezza nulla può contro la forza della natura. È necessaria una moratoria: scoppiasse solo uno di quei novanta, tutti i nostri sforzi "sostenibili" dove andrebbero a finire?».

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