Auto elettrica e ibrida: la svolta c’è, ma il governo Letta deve dare un segnale

I segnali positivi per il cambiamento si stanno ovunque moltiplicando: dal Canada alla California, fino in Europa. Il ministro Zanonato promette di rilanciare il settore dell'automotive. Ma il tempo stringe

Le auto elettriche e\o ibride avanzate, da tempo le chiamo le “auto non sprecare”, rappresentano il futuro dell’industria automobilistica, in tutto il mondo: su questo punto ormai non ci sono più dubbi, né tra i produttori né tra i ministri dei governi che devono sostenere un settore, l’automotive, ancora in forte crisi e sotto pressione dal punto di vista occupazionale. Certo: le quote di mercato, specie per l’auto elettrica, sono ancora molto basse e le incertezze sui ricavi non mancano. Ma è la legge naturale del cambiamento, in questo caso comunque inarrestabile, sempre a rischio, specie nella prima fase.

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I segnali positivi, però, si stanno ovunque moltiplicando. Il governo canadese ha appena stanziato 18,2 miliardi di dollari, una cifra enorme anche per un paese con i conti pubblici in ordine, per sviluppare un programma di ricerca relativo proprio all’evoluzione delle auto elettriche e ibride. L’orizzonte temporale è di cinque anni, ma la decisione del premier e dei ministri del Canada dimostra che la svolta è in atto e i governi, quando fanno politica industriale e favoriscono la ricerca, non perdono tempo in dibattiti infiniti e senza sbocchi.

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Un secondo segnale arriva, e siamo sempre fuori dal perimetro europeo, dal caso della Tesla di Elon Musk, piccola società californiana dell’auto elettrica quotata in Borsa. Qui la Tesla ha fatto faville, anzi miracoli, arrivando a quadruplicare il valore del titolo per portarlo a una quota superiore a Fiat-Chrysler e alla metà del colosso General Motors, che tra l’altro dopo il salvataggio del governo americano gode di ottima salute. Speculazione finanziaria? In parte, solo in parte. Tesla è un nuovo fenomeno dell’industria americana, nel corso del 2013 venderà quasi 25mila auto elettriche di fascia alta, a partire da una berlina di lusso che in America si paga 70mila dollari e in Italia è disponibile sul mercato da qualche settimana.

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Siamo nella fascia alta del mercato, direte, e dunque ancora lontano dal segmento medio- basso, dove l’auto elettrica deve sfondare per affermare la sua definitiva esistenza. Ma il percorso è tracciato e, tornando ai governi, anche in Europa, come in Canada, si stanno moltiplicando politiche pubbliche, e finanziamenti, che favoriscono l’evoluzione della tecnologia elettrica e ibrida, per renderla appunto accessibile a tutti i consumatori. E per affermare una scelta che scommette sul futuro, migliora l’ambiente, riduce i costi di gestione dell’auto, a vantaggio di tutti i cittadini. In Italia, come sempre scontiamo il clima politico generale e la precarietà dei nostri conti, il governo, per bocca del ministro Flavio Zanonato, ha promesso di intervenire e per il momento ha messo in campo un consulta permanente per rilanciare il settore dell’automotive, con l’idea di premiare innanzitutto le nuove tecnologie, elettriche ed ibride. Per il momento ci fidiamo del ministro: ma quando arriveranno le decisioni dopo le consultazioni? Il tempo stringe, e il cambiamento non può aspettare.

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