Anche il Senato taglia l’aumento degli stipendi

Dopo i tagli alla Camera, anche l’Ufficio di Presidenza del Senato ha adottato una decurtazione del 13%, circa 1.300 euro lordi mensili, delle indennità dei parlamentari. Ma, a differenza di Montecitorio, Palazzo Madama destinerà il risparmio alla riduzione del bilancio. Si tratta, ha annunciato il questore della Lega Paolo Franco, che ha proposto la correzione, […]

Dopo i tagli alla Camera, anche l’Ufficio di Presidenza del Senato ha adottato una decurtazione del 13%, circa 1.300 euro lordi mensili, delle indennità dei parlamentari. Ma, a differenza di Montecitorio, Palazzo Madama destinerà il risparmio alla riduzione del bilancio. Si tratta, ha annunciato il questore della Lega Paolo Franco, che ha proposto la correzione, di circa 6 milioni di euro. "E’ utile essere chiari – spiega Franco -, questo è un mancato aumento, non si tratta di una riduzione delle indennità ma di un modo per evitare che ci fossero aumenti derivanti dall’introduzione del sistema contributivo".

In effetti, la misura è stata adottata per evitare che il passaggio del trattamento previdenziale dal vitalizio al sistema contributivo possa determinare un aumento del netto in busta paga a causa del diverso trattamento fiscale di cui godono i due regimi. Essendo i contributi previdenziali non tassati, l’ammontare dell’indennità dei parlamentari sarebbe aumentata di circa 1.300 euro lordi, 6-700 euro netti. Cifra che è stata invece decurtata dall’indennità. In base a questi tagli, lo "stipendio" base medio dei parlamentari, senatori e deputati, resterà di circa 5 mila euro netti.

"La differenza sostanziale rispetto alla Camera – aggiunge il senatore del Carroccio – è che palazzo Madama ridurrà la dotazione

richiesta allo Stato. La nostra valutazione è positiva il Senato ha fatto qualcosa di serio per i cittadini. Il taglio è immediato e la cifra risparmiata è importante".

La decisione, ha riferito il senatore, è solo la prima all’ordine del giorno dell’Ufficio di Presidenza del Senato, che ha sospeso i lavori per 15 minuti e tra poco riprenderà per proseguire con altre decisioni relative ai tagli. In particolare, è atteso lo stop ai benefit a vita degli ex presidenti del Senato.

E’ stato proprio il presidente dell’Assemblea, Renato Schifani, ad annunciare ai cronisti la stretta, per arrivare "entro febbraio a recepire il dettato legislativo" del decreto legge del 6 luglio 2011 n. 98 "che stabilisce la temporaneità dei benefit degli ex presidenti del Senato". Benefit come uffici, alloggi, segreterie, auto blu, che attualmente un’ex alta carica di Palazzo Madama può mantenere a vita. La disponibilità di Schifani è stata apprezzata dallo stesso Paolo Franco. "Anche febbraio è una data che a noi può stare bene", ha detto il senatore.

"Sono d’accordo, parlerò con Schifani e come abbiamo fatto per le precedenti questioni, i due rami del Parlamento uniformeranno le loro decisioni". Questo il primo commento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, alle dichiarazioni di Schifani sulla revisione dei benefit a vita per gli ex presidenti dei due rami del Parlamento.

Fini ha poi ribadito la convinzione: "Per ridurre davvero il costo complessivo della politica sarebbe arrivato il momento di ridurre il numero dei parlamentari, perché 945 parlamentari e centinaia e centinaia di consiglieri regionali finiscono per determinare un costo certamente rilevante".

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