Alla Conferenza sul clima i Paesi più esposti ai cambiamenti climatici sono pronti a dare battaglia

Il clima della conferenza di Durban si surriscalda ancor prima dell’inizio dei negoziati, previsto per il prossimo 28 novembre. Abbiamo parlato nei giorni scorsi dei buoni propositi dell’Europa, intenzionata a promuovere un Kyoto bis. In queste ore si apprende che i Paesi più esposti ai cambiamenti climatici sono pronti a dare battaglia, occupando la sede […]

Il clima della conferenza di Durban si surriscalda ancor prima dell’inizio dei negoziati, previsto per il prossimo 28 novembre. Abbiamo parlato nei giorni scorsi dei buoni propositi dell’Europa, intenzionata a promuovere un Kyoto bis.

In queste ore si apprende che i Paesi più esposti ai cambiamenti climatici sono pronti a dare battaglia, occupando la sede dei trattati fino a quando non si prenderanno impegni concreti verso azioni davvero risolutive. A chiamare all’appello i Paesi più afflitti dal riscaldamento globale è l’ex presidente del Costa Rica, José María Figueres. “A che serve passare da un vertice inutile all’altro?”, si chiede Figueres, e come dargli torto dopo il flop di Copenhagen?

Siamo andati a Copenhagen con l’illusione di poter raggiungere un accordo equo. Siamo andati a Cancún dove abbiamo osservato dei progressi, ma non sufficienti. La nostra frustrazione è profonda e continua a crescere. Ora sentiamo che abbiamo bisogno di ulteriori conferenze. Dobbiamo fare sul serio. Dovremmo andare a Durban con la ferma convinzione di non tornare fino a quando non abbiamo fatto sostanziali progressi.

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