Tutte le minacce per la biodiversità

L'Italia è il primo paese europeo per biodiversità. Perchè è così importante.

biodiversità

La biodiversità è a serio rischio, parola del WWF, secondo il quale 1 milione di specie animali e vegetali rischiano di estinguersi per sempre. A causa sia dei cambiamenti climatici che di altre attività che hanno contribuito a distruggere o alterare l’equilibrio naturale. Basti pensare che colture e bestiame occupano 1/3 della superficie terrestre e impiegano più o meno il 75% delle risorse di acqua dolce.

IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITÀ

Inoltre stando al rapporto “The Economics of Biodiversity: The Dasgupta Review”, commissionato nel 2019 dal Regno Unito a Sir Partha Dasgupta, “l’umanità ha collettivamente gestito male il suo “portafoglio globale di risorse”, il che significa che le richieste fatte alla natura superano di gran lunga la sua capacità di fornire i beni e servizi su cui tutti facciamo affidamento”. E se il capitale naturale pro capite è diminuito drasticamente dal 1992 al 2014, non si può dire altrettanto del capitale economico pro-capite, che invece è raddoppiato. Cioè la ricchezza è aumentata, perlomeno nella fascia benestante del mondo, la natura invece è stata massacrata.

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COS’È LA BIODIVERSITÀ

L’insieme variegato di animali, funghi, piante, microorganismi del nostro Pianeta costituisce quell’incredibile risorsa che prende il nome di biodiversità. Nome che venne utilizzato per la prima volta da Raymond Dasmann nel 1968, poi ripreso negli anni successivi.

Tutti questi organismi concorrono a creare un equilibrio importantissimo per la vita, che oggi però non è più così scontato. E la colpa è dell’uomo e delle sue attività che troppo spesso sfruttano l’ambiente anziché rispettarlo. Solo un radicale cambiamento di prospettiva e una sostanziale riduzione dell’impatto umano sul Pianeta può concedere qualche speranza per il futuro.

CHE COS’È LA BIODIVERSITÀ IN PAROLE SEMPLICI

Tra le tante definizioni di biodiversità la più semplice, e allo stesso anche la più efficace, è quello di misurarla sulla base della quantità di specie presenti in un determinato ambiente. Ovviamente, più specie ci sono, più l’ecosistema è ricco e va protetto in questo pluralismo. La ricchezza di un ecosistema, grazie alla biodiversità, lo mette meglio al riparo dai rischi di calamità che potrebbero distruggerlo o danneggiarlo. In questo senso, la biodiversità è una forma di auto-protezione della natura. E di resilienza rispetto a modifiche ambientale che tendono, sempre per mano dell’uomo, a stravolgerla.

PERCHÈ È COSÌ IMPORTANTE LA BIODIVERSITÀ

Come sottolinea l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la biodiversità è fondamentale per rafforzare “la produttività di un qualsiasi ecosistema”. Mentre la sua perdita, al contrario, tende ad aumentare i disastri naturali, a diminuire il livello di salute così come le risorse idriche, a seminare insicurezza alimentare ed energetica. Perché senza equilibrio tra le varie specie, ognuna delle quali è preziosa, l’ecosistema si sfalda. Difatti quest’ultimo resiste meglio agli attacchi o alle modifiche esterne quando la sua biodiversità è intatta.

Senza contare che essa fornisce all’uomo beni, risorse e servizi ecosistemici. Senza biodiversità, in definitiva, mancherebbero molti alimenti, molte fibre utilizzate in ambito tessile, moltissime materie prime. E quindi ne risentirebbero l’economia e le società umane in genere.

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LIVELLI DI BIODIVERSITÀ

Sono generalmente 3 i livelli gerarchici di biodiversità:

  • la diversità genetica che indica le variazioni ereditarie dei geni nella popolazione o nelle diverse popolazioni di organismi;
  • la diversità di specie, quindi il numero di specie di un certo habitat o di una zona.
  • la diversità di ecosistemi, ovvero il numero di ecosistemi presenti in un certo territorio.

MINACCE ALLA BIODIVERSITÀ

Dicevamo che è l’uomo con le sue attività la principale minaccia alla biodiversità ma quali sono queste attività?

Innanzitutto la distruzione degli habitat dovuta anche alla deforestazione, una delle cause più gravi dell’emergenza climatica. Ciò può dipendere sia da calamità naturali che da cambiamenti territoriali dovuti spesso all’intervento umano.

In secondo luogo lo sfruttamento delle risorse naturali, i cambiamenti climatici e l’inquinamento. Quest’ultimo dipende da numerose attività, da quelle industriali alle stesse attività agricole che utilizzando indiscriminatamente pesticidi e insetticidi provocano alterazioni dannose.

Anche caccia e pesca indiscriminate rappresentano un problema così come le specie alloctone, quelle introdotte dall’uomo in aree geografiche diverse da quelle originarie.

BIODIVERSITÀ A RISCHIO

Il rapporto commissionato nel 2018 dal Regno Unito al professore di economia all’Università di Cambridge Sir Partha Dasgupta ha evidenziato una triste realtà. La natura per molto tempo è stata completamente ignorata dall’economia e soprattutto sfruttata senza ritegno:

«L’umanità ha collettivamente gestito male il suo “portafoglio globale di risorse”, il che significa che le richieste fatte alla natura superano di gran lunga la sua capacità di fornire i beni e servizi su cui tutti facciamo affidamento».

Basti pensare che dal 1970 ad oggi si è rilevata una diminuzione di circa il 70% nelle popolazioni di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi. E 1 milione di specie sia animali che vegetali sono a rischio di estinzione. Motivo per cui il famoso professore è intenzionato a ricostruire l’economia per includere la natura:

“Economia sostenibile significa utilizzare una misura diversa del PIL. Significa anche tenere pienamente conto dell’impatto delle nostre interazioni con la Natura a tutti i livelli della società. Il Covid-19 ci ha mostrato cosa può succedere se non lo facciamo”.

Se così non fosse, ne risentirebbero molti settori inclusa la nostra economia, per non parlare del benessere.

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BIODIVERSITÀ IN ITALIA

L’Italia, con 8.195 specie autoctone di piante e fiori, è il primo paese in Europa in quanto a biodiversità. Questo enorme patrimonio è stato censito in via ufficiale, con un lavoro durato 15 anni e con il coinvolgimento di 51 botanici coordinati dal Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino, dalle università di Camerino e di Pisa e da Gabriele Galasso, esperto del Museo di Storia Naturale. Fin qui le buone notizie. Poi ci sono le cattive. Alcune specie, molto rare, sono a rischio estinzione, come il Pino Loricato che si trova sui costoni rocciosi del Parco del Pollino, oppure l’Abete dei Nebrodi, confinato oggi soltanto nella zona delle Madonie in Sicilia. Il rischio biodiversità è legato a fattori antropici, e innanzitutto ambientali. E una conferma arriva proprio dal censimento fatto in Italia. Nella Pianura Padana, dove l’inquinamento è fuori controllo e l’espansione delle fabbriche è stata enorme, si sono estinte 26 specie di piante e fiori. E non ci sono quasi più querce.

BIODIVERSITÀ IN COSTITUZIONE

La biodiversità, dal febbraio del 2022, è entrata nei principi fondamentali della Carta costituzionale. Accanto alla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi. In particolare sono stati modificati l’articolo 9 e l’articolo 41 della Costituzione. L’articolo 9 fa parte degli articoli fondamentali della carta costituzionale, e accanto alla tutela del patrimonio paesaggistico, culturale e artistico è entrata anche la biodiversità. L’articolo 41, invece, sancisce il principio in base al quale l’ambiente, e la salute, sono beni assoluti da proteggere come la libertà, la sicurezza e la dignità umana.

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