Acquisti risparmiosi

di Rossana Malacart Risparmiare a tutti i costi può sembrare una contraddizione in termini. E non solo. L’ideale sarebbe comperare al giusto prezzo, diffidando delle offerte troppo allettanti a prezzi altrettanto attraenti, ma che possono rivelarsi delle «bufale». Sembrano averlo capito i tanti italiani che hanno scleto il low cost, ma di qualità. Che non […]

di Rossana Malacart

Risparmiare a tutti i costi può sembrare una contraddizione in termini. E non solo. L’ideale sarebbe comperare al giusto prezzo, diffidando delle offerte troppo allettanti a prezzi altrettanto attraenti, ma che possono rivelarsi delle «bufale». Sembrano averlo capito i tanti italiani che hanno scleto il low cost, ma di qualità. Che non significa soltanto prezzo basso, ma prodotti in grado di coniugare qualità e prezzo, appunto, offrendo un valore aggiunto al conaumtore ma con un esborso monetario contenuto. Insomma, a un costo relativamente basso deve corrispondere un prodott di lata qualità, che permetta un risparmio di qualità. Si  può riassumere in questo modo il concetto di low cost di qualità. Una tendenza che ha preso piede anche in Italia negli ultimi anni, tanto che è nata nel 2008 un’associazione, AssoLowcost, che riunisce alcune aziende,  e che ha tra i suoi scopi quello di promuovere questo tipo di consumo. Il 28 aprile a Milano l’associazione ha presentato il terzo rapporto annuale delle Imperse low cost di qualità.
UNA CRESCITA DEL 13,5%. Secondo l’indagine lo scorso anno il settore ha evidenziato un aumento del 13,53% rispetto al 2009.
È cresciuto quindi il numero di persone e famiglie che si sono orientate verso questo modello di consumo, che non significa soltanto acquistare beni e servizi spendendo poco, ma piuttosto scegliere prodotti in grado di coniugare nel migliore dei modi qualità e prezzo.
E non per mancanza di mezzi finanziari, dal momento che la maggior parte delle persone che ha scelto low cost  proviene dal ceto medio alto, ma perchè si è scelto di comperare senza sprecare, evitando scelte superficiali. Secondo la ricerca, infatti, soltanto per il 9,4% è ancora importante la griffe, mentre il 38,8% degli intervistati ha dichiarato di poter spendere di più per prodotti che abbiano maggior attenzione al sociale, mentre il 33,8% per prodotti di maggiore qualità.

 

 

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