Perché bisogna abolire la corrida

Un rito di morte da consegnare alla storia. Solo il 15 per cento dei giovani spagnoli è favorevole a questo spettacolo

Le corride tornano ad aumentare. E torna a farsi sentire la voce dell’opinione pubblica, non solo gli animalisti e gli ambientalisti, contrari a questo rito di morte. Nel 2022 in Spagna le corride sono cresciute del 60 per cento rispetto al 2019 (anno del Covid) e si sono contati oltre 20mila Festival. In tutta la Spagna, con l’uccisione di tori, mucche, vitelli e buoi.

PERCHÉ ABOLIRE LA CORRIDA

La corrida ormai è solo un rito di morte, con un pubblico che diminuisce e le nuove generazioni che si sentono molto distanti e contrarie al suo svolgimento: soltanto il 15 per cento dei giovani spagnoli è favorevole agli spettacoli taurini. Ma rispetto a questi dati ci sono quelli che riguardano il ricco giro d’affari imperniato sulle corride: gli allevatori, gli organizzatori degli spettacoli, i matador, gli agenti che vanno in giro a cercare i tori più adatti. Un circo di morte. Molto simile a quello che accompagna il Festival dei cani in Cina.

perche-vietare-la-corrida (4)Credits: Axel Alvarez / Shutterstock.com

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DOVE LA CORRIDA È VIETATA 

Anni di battaglie hanno prodotto alcuni risultati, e oggi la corrida è vietata  in molte zone della Spagna, a cominciare dalla regione della Catalogna. Complessivamente sono 99 le amministrazioni comunali, in tutto il Paese, che hanno deciso di abolire la liturgia della morte dei tori, e talvolta anche dei toreri. Sempre nel 2022 i tori uccisi, tra le corride e i festival, sono stati più di 20 mila.

DOVE LA CORRIDA È CONSENTITA

Al contrario, la corrida è considerata un bene di interesse popolare a Madrid, Murcia e Castilla-La Mancha. È legale anche in altri paesi, come la Francia e il Portogallo e in cinque nazioni latino-americane. In questa parte del mondo soltanto la Colombia sta uscendo dal giro del rito della morte dei tori. Mentre altrove corride e festival crescono per numero e volume d’affari.

FESTIVAL PER UCCIDERE TORI

Accanto alle corride, ci sono i festival con tori, mucche, vitelli e buoi. Sparsi ovunque in Spagna e ben finanziati dalle amministrazioni locali e dal rubinetto della spesa pubblica nazionale. Il più violento di questi festival è quello di San Fermin a Pamplona, che si svolge tra il 7 e il 14 luglio di ogni anno: ogni giorno sei tori sfilano per le strade, come dei condannati a morte, prima di essere uccisi nell’arena della cittadina. I festival sono un altro motivo per abolire la corrida che di fatto li incentiva e li alimenta.

IL SIGNIFICATO DELLA CORRIDA

Si dice: ma la corrida è una festa popolare, anima di un popolo. Non è vero. La scrittrice spagnola Rosa Montero, figlia di un torero, intervistata dal Corriere della Sera, spiega bene che non può essere considerata una festa nazionale un macabro rito di morte e di tortura degli animali che vede favorevoli solo un terzo dei cittadini spagnoli.

TRADIZIONE DELLA CORRIDA

La corrida va chiusa e consegnata alla storia: questo è l’unico modo per conservarne integro il fascino e la memoria. Continuare a celebrarla è un atto contro gli animali, contro l’uomo, contro il buonsenso. Ed a favore della violenza, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento nel nostro mondo globale, tutto sottosopra.

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