A suon di bacchetta nascono talenti

Il mestiere del direttore d’orchestra non e’ affatto morto come qualcuno aveva predetto dopo la scomparsa dell’austriaco Herbert von Karajan e dell’americano Leonard Bernstein, da sempre rivali di bacchetta. Al contrario, sempre piu’ piccoli grandi talenti decidono di intraprendere questa strada e di fare onore ai grandi nomi del passato. Strada non proprio facile da […]

Il mestiere del direttore d’orchestra non e’ affatto morto come qualcuno aveva predetto dopo la scomparsa dell’austriaco Herbert von Karajan e dell’americano Leonard Bernstein, da sempre rivali di bacchetta. Al contrario, sempre piu’ piccoli grandi talenti decidono di intraprendere questa strada e di fare onore ai grandi nomi del passato.
Strada non proprio facile da percorrere: per essere un buon direttore non serve solo la competenza musicale che, ad ogni modo, deve essere straordinaria ma soprattutto un carisma in grado di tener testa alle bizzarrie degli orchestrali. Nella maggior parte dei casi e’ questa la sfida: piacere ai musicisti e riuscire ad “addomesticarli”. Non contano gli anni di studio e di assistenza ai grandi maestri internazionali, conta il carattere di ferro. Quattro sono i nomi di spicco tra questi ragazzi prodigio under 35, tutti e quattro letteralmente catapultati nel mondo musicale da giovanissimi, secondo “Le Figaro”. Tuttavia, il loro indiscutibile talento ha gia’ fatto il giro del mondo. L’eta’ non e’ importante. La musica lo e’, ha dichiarato il piu’ giovane direttore d’orchestra della storia, Lionel Bringuier, assistente del celebre direttore finlandese Esa Pekka Salonen alla Los Angeles Philharmonic. Nasce a Nizza nel 1986 e si specializza nel violino prima di vincere nel 2005 il concorso di Besanon che lo portera’ nella Citta’ degli Angeli. Direttore umile piuttosto che autoritario, vuole essere un musicista tra i musicisti. Per questo le orchestre lo amano cosi’ tanto.
Gustavo Dudamel, nato in Venezuela nel 1981 e soprannominato “l’impetuoso” per il suo modo esuberante di gestire l’orchestra, e’ ormai un affermato direttore che non ha paura di confrontarsi con strumentisti del doppio dei suoi anni. Da piccolo voleva suonare il trombone ma la nonna lo dissuase regalandogli la prima bacchetta che l’ha portato, a inizio anno, a sostituire Esa Pekka Salonen a Los Angeles. Sul sito www.gustavodudamel.com c’e’ un’intervista a lui e a Salonen dove i due esprimono rispetto reciproco.
Mikko Franck di anni ne ha 29 ma la sua storia personale, che lo ha segnato cosi’ profondamente, gli dona un’aria molto piu’ matura. Spirito solitario per scelta, il finlandese si rompe il ginocchio a 12 anni giocando a pallone. Un’operazione mal riuscita gli compromette la schiena per sempre. Dunque dirige da seduto ma del resto sono le sue mani a far musica, non i suoi piedi, come lui stesso sostiene. Attualmente e’ direttore artistico e musicale della Finnish National Opera.
Se c’e’ un personaggio che non lascia indifferenti e’ il trentatrenne inglese Daniel Harding. Lanciato a soli 22 anni da Claudio Abbado e’ un tipetto tosto ed eccentrico: un carattere ha spesso portato a diverbi con diversi musicisti. Nel 2005 ha diretto piu’ volte alla Scala di Milano e, dopo il lavoro, e’ stato spesso paparazzato allo stadio e nei locali alla moda milanesi. Insomma, uno spirito libero che, appesa la bacchetta al chiodo, e’ un ragazzo come tutti gli altri. Diversamente da i ragazzi normali, pero’, e’ attualmente direttore musicale della London Symphony Orchestra, della Swedish Radio Symphony Orchestra e della Mahler Chamber Orchestra.

Da Il Sole24Ore

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